Arroccati a 100 metri di altezza i lavoratori del Sulcis lottano per difendere il loro posto di lavoro
A poche ore dall'avvio della procedura di cassa integrazione per 550 lavoratori a rotazione, si inasprisce la vertenza della Portovesme srl, nel Sulcis. Quattro operai di Portovesme sono saliti a 100 metri di altezza su una ciminiera dell'impianto Kss della linea piombo per cercare di scongiurare quello che i sindacati definiscono un "disastro sociale" provocato dal caro energia che mette a repentaglio le attività produttive che divorano centinaia di megavatt. Gli aumenti hanno così colpito la multinazionale Glencore, che controlla lo stabilimento, costretta a pagare da poco più di 20 euro sino a quasi 800 euro a mega watt.
"Siamo sull'orlo del baratro"
"Il 28 febbraio era la data entro la quale si dovevano presentare le soluzioni tecnico-giuridiche per interrompere la procedura di fermata dell'80% delle attività della società", ricordano gli operai a Sky TG24, sostenuti nella loro protesta dai loro colleghi in assemblea permanente ai cancelli e da quelli delle ditte di appalto, al secondo giorno di sciopero. “Abbiamo quattro impianti chiusi e alcuni fermi al 50% quindi siamo già sull’orlo del baratro. Serve un aiuto dal Governo per salvare i nostri posti di lavoro”.
approfondimento
Sciopero e sit-in operai appalti Enel e Portovesme srl
Urso fissa appuntamento per il 3 marzo
Sino a oggi l'azienda, sulla base di un accordo siglato a fine gennaio, aveva sospeso l'avvio della procedura di cig in attesa di trovare un'intesa sul prezzo dell'energia, ma in assenza di una soluzione i lavoratori hanno scelto ancora una volta la strada di una clamorosa protesta per sollecitare un confronto sui tavoli nazionali. L'appuntamento è stato fissato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso per venerdì 3 marzo alle 10 con la sottosegretaria Fausta Bergamotto, Regione Sardegna, istituzioni locali, azienda e parti sociali.