Aveva 98 anni ed era considerata la donna transgender più longeva d’Italia e anche l’unica tra le persone trans italiane a essere sopravvissuta a un campo di concentramento. La sua vita è stata raccontata in diverse opere
È morta all’età di 98 anni Lucy Salani, attivista considerata la donna transgender più longeva d’Italia e anche l’unica tra le persone trans italiane a essere sopravvissuta a un campo di concentramento. La notizia è stata data dal fondatore dei Sentinelli e consigliere regionale lombardo Luca Paladini. Era nata il 12 agosto 1924 in un famiglia antifascista, fin da piccola consapevole della propria identità queer, fu arruolata a forza nell’esercito italiano e poi in quello nazista, ma disertò più volte, finendo poi per essere internata a Dachau tra il novembre del 1944 e il maggio del 1945, sopravvivendo anche lì in modo rocambolesco: "Dopo essere uscita viva da Dachau mi sono scatenata, ho vissuto intensamente. Ho iniziato a lavorare per una compagnia facendo spettacoli di cabaret, viaggiavo il più possibile. Ma l’ombra di quel luogo non mi ha mai abbandonata”, ha raccontato.
Il percorso di transizione
Ha vissuto in diverse città, da Roma a Torino, da Parigi a Bologna. Negli anni ’80 a Londra si è sottoposta a un’operazione per compiere definitivamente il suo percorso di transizione. Ma ha sempre rifiutato di cambiare il proprio nome all’anagrafe, Luciano. Ha invece continuato a ricordare gli orrori passati. Nel 2014, nel Giorno della Memoria organizzato da Arcigay e Arcilesbica ha raccontato: "È impossibile dimenticare e perdonare. Ancora alcune notti mi sogno le cose più orrende che ho visto e mi sembra di essere ancora lì dentro e per questo voglio che la gente sappia cosa succedeva nei campi di concentramento perché non accada più”.
Libri e film su di lei
La sua vita è stata raccontata in diverse opere, come il libro "Il mio nome è Lucy” e il documentario “Essere Lucy” di Gabriella Romano e più di recente nel film di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini “C’è un soffio di vita soltanto”. Nel 2014 Gianni Amelio l’ha intervistata nel documentario “Felice chi è diverso”. “Ho vissuto decine di vite diverse”, ha detto una volta Salani. “Sono stato bambino, figlio e figlia, soldato, disertore e prigioniero, madre, prostituta e amante. Ma qualsiasi persona sia stata, posso dire con convinzione di essere stata sempre me stessa”.