'Ndrangheta, blitz dei carabinieri contro cosca Piromalli: 49 arresti

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Disposto anche il sequestro preventivo di una ditta (con il relativo compendio aziendale), attiva nel settore della trasformazione dei prodotti agricoli, e di due proprietà immobiliari utilizzate per agevolare le attività criminali della cosca

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In varie province del territorio nazionale, questa mattina i carabinieri di Gioia Tauro, hanno dato esecuzione a un provvedimento di applicazione di misure cautelari personali a carico di 49 soggetti, 34 in carcere e 15 agli arresti domiciliari. Ci sono anche un finanziere, S.T. di 49 anni, e un sacerdote, don G.M., parroco della chiesa "Santa Maria Assunta" di Castellace.

Le indagini

Le indagini, attraverso le quali sono stati individuati gli assetti funzionali della cosca Piromalli - di cui è giudiziariamente accertata la primazia nel narcotraffico e l'incidenza territoriale nel controllo della 'Piana' - hanno consentito di attribuire agli indagati responsabilità su reati quali associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, porto e detenzione di armi comuni e da guerra, estorsioni, danneggiamento seguito da incendio, turbata libertà degli incanti e importazione internazionale di sostanze stupefacenti.

Il provvedimento

I provvedimenti restrittivi seguono una complessa attività investigativa, condotta dal Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Gioia Tauro tra il 2020 e il 2021. Obiettivo dell'operazione, denominata 'Hybris', partendo dall'osservazione del territorio, è stato quello di incidere sulla struttura organizzativa della cosca dominante nella Piana. Oltre alle misure personali, il provvedimento dell'Autorità giudiziaria ha riguardato anche il sequestro preventivo di una ditta (con il relativo compendio aziendale), attiva nel settore della trasformazione dei prodotti agricoli, e di due proprietà immobiliari utilizzate per agevolare le attività criminali della cosca e che rappresentano il profitto delle medesime attività delinquenziali, per un valore complessivo stimato in circa un milione di euro.

E' stato riportato in Italia dalla polizia indonesiana Antonio Strangio, il latitante di 'ndrangheta fermato a Bali il 2 febbraio scorso, 20 febbraio 2023. Viveva in Australia dal 2016 e ad incastrarlo rileva la Polizia, "la voglia di farsi una vacanza al mare e la tranquillità di passare inosservato tra i tanti turisti". E' il quarantatreesimo criminale catturato nel mondo in meno di 3 anni grazie alla strategia promossa dal Dipartimento della Pubblica sicurezza italiana insieme ad Interpol con il progetto I CAN (Interpol Cooperation Against 'Ndrangheta). "Li cattureremo tutti, è solo questione di tempo. Stiamo lavorando da tre anni con le forze di polizia di tredici Paesi del mondo che prima non ne conoscevano la pericolosità", ha detto il prefetto Vittorio Rizzi, direttore centrale della polizia criminale e ideatore del progetto I CAN.    NPK      ANSA / Ufficio stampa Polizia di Stato      +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

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Operazione dei carabinieri del Gruppo territoriale di Gioia Tauro contro la 'ndrangheta per l'esecuzione di 49 ordinanze di custodia cautelare. L'operazione, denominata "Hybris" riguarda le cosche Piromalli e Molè di Gioia Tauro, 9 marzo 2023. ANSA/ UFFICIO STAMPA CARABINIERI ++HO - NO SALES EDITORIAL USE ONLY++NPK++
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Le intercettazioni

Inoltre, dalle intercettazioni emerge che il boss Pino Piromalli detto "Facciazza" "aveva composto la 'commissione' costituitasi per decidere se la ndrangheta calabrese avrebbe dovuto partecipare o meno alle stragi di Stato attuate dalla mafia siciliana" nel corso della quale il boss votò attraverso Nino Pesce detto "Testuni" a favore delle stragi. È stata registrata il 17 gennaio 2021 dai carabinieri. A parlare nell'intercettazione è Francesco Adornato, 72 anni, detto "Ciccio u biondu". Quest'ultimo non è indagato nell'inchiesta di oggi ma è considerato un "navigato esponente della 'ndrangheta", condannato in via definitiva per mafia negli anni novanta e "dunque proprio nel periodo di attuazione della cosiddetta strategia stragista". In quel processo, sono stati condannati in primo grado all'ergastolo Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone. Domani i giudici dovrebbero ritirarsi in camera di consiglio e intanto, oggi, questa intercettazione riscontra le dichiarazioni rese nel primo processo dal pentito Franco Pino. 

I rapporti con Cosa nostra

Nel corso dell'intercettazione, in sostanza, sono stati richiamati i rapporti tra gli esponenti di Cosa nostra siciliana e quelli della 'Ndrangheta calabrese, disegnando uno scenario storico lungo oltre 30 anni e che apre un ulteriore scorcio sulle alleanze tra le diverse matrici mafiose nei primi anni '90. In particolare al suo interlocutore, Giuseppe Ferraro di 50 anni arrestato oggi, Adornato disse che "la commissione si era riunita presso il resort 'Saionara' sito a Nicotera e che era presente Pesce ed era assente Pino Piromalli ma che quest'ultimo aveva conferito a Pesce il mandato a rappresentarlo". Sempre nella stessa conversazione, il  72enne ha spiegato che "Pesce, in proprio ed in nome e per conto di Piromalli, aveva votato a favore della partecipazione alle stragi anche da parte della 'ndrangheta". Il boss di Limbadi Luigi Mancuso, invece, "avrebbe votato contro" le stragi che "erano dirette all'eliminazione del regime di carcere duro". Stando al riassunto di quell'intercettazione tra Adornato e Ferraro, all'epoca, "si progettava di arrivare ad assassinare un ministro e fare un colpo di Stato". "La conversazione - scrive il gip nell'ordinanza - conferma quanto emerso nella sentenza ''Ndrangheta stragista', mettendo in luce il preminente ruolo svolto, nel panorama criminale italiano e non solo calabrese, dalla 'ndrangheta durante la stagione delle stragi". 

Un fermo immagine tratto da un video dei carabinieri mostra un momento dell'operazione antimafia ella provincia di Crotone, condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Crotone, per disarticolare il sodalizio criminale denominato Locale di Cirò, 16 febbraio 2023. In particolare, circa 150 militari hanno dato  esecuzione a un provvedimento di custodia cautelare, emesso dal Gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro nei confronti di 31 persone. I reati contestati, a vario titolo, sono associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione e reati in materia di armi e di sostanze esplodenti, questi ultimi aggravati dal metodo mafioso. ANSA/ CARABINIERI +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

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Le importazioni dello stupefacente

Dalle indagini è emerso anche che un appartenente alla cosca si era impegnato per “importare, in due differenti circostanze, 298 chili e 216 chili di cocaina (la prima sequestrata presso il porto di Santos, la seconda al porto di Gioia Tauro, occultata in un container trasportato da una motonave proveniente dal Sud America)".

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