L’aggressione risale allo scorso 3 agosto. Sergio Faveto, ingegnere disoccupato di 51 anni, era morto il 15 settembre in seguito alle botte ricevute. Al termine delle indagini i carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Genova-San Martino hanno arrestato un giovane di 18 anni per omicidio preterintenzionale aggravato dai futili motivi e denunciato un minorenne
Un vero e proprio raid punitivo ai danni di un uomo di 51 anni lo scorso 3 agosto in piazza dell’Unità d’Italia, a Genova. Arrestato un 18enne che, con un ragazzo di 17 anni, subito dopo il pestaggio si era vantato con gli amici: “Siamo dei grandi”. La vittima, Sergio Faveto (un ingegnere informatico disoccupato), era stato brutalmente aggredito con calci e pugni al volto e all'addome ed era morto in ospedale il 15 settembre a seguito delle gravi lesioni riportate nell'aggressione. Il raid sarebbe scattato a causa di alcune voci riguardanti la presunta pedofilia della vittima, voci risultate poi infondate.
La vicenda
Il 18enne è accusato di omicidio preterintenzionale aggravato dai futili motivi. Per le stesse accuse in concorso è stato denunciato un ragazzo di 17 anni. Ma la sera del 3 agosto, in piazza Unità d'Italia, ad assistere al pestaggio ci sarebbero stati anche una ragazza e un altro giovane. E si stanno accertando le responsabilità penali di altre persone che, a vario titolo, avrebbero aiutato i due giovani ad eludere le indagini. La vittima e i due giovani si conoscevano. Secondo quanto ricostruito, l'uomo era stato aggredito a inizio agosto. Era stato lui stesso a chiamare il 112 ma non si era fatto medicare. Ai militari aveva detto di essere stato colpito con dei pugni al petto da una o due persone. "Sono cardiopatico - aveva spiegato - mi hanno colpito al petto, potevano uccidermi". Faveto era tornato a casa ma il 14 agosto si era presentato in ospedale per alcuni dolori al torace. "Sono stato picchiato" aveva detto ai medici. Dopo un paio di giorni di ricovero per alcune costole rotte e una vertebra incrinata, era tornato a casa ma il 22 di agosto era tornato al San Martino dove i medici gli avevano riscontrato una embolia polmonare. Era stato operato ma le sue condizioni sono peggiorate fino al 15 settembre quando è morto.