Naufragio Crotone, oltre 60 morti. Piantedosi: "Imbarcazione non ha chiesto aiuto"

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Secondo il ministero dell’Interno, fra le vittime registrate finora ci sono decine di donne e minori, tra cui diversi bambini e un neonato. Non si conosce ancora il numero dei dispersi. Ieri è stato fermato un terzo presunto scafista. 007: "Migranti da Turchia in aumento". Il titolare del Viminale: “Chi scappa da una guerra non deve affidarsi a scafisti senza scrupoli”. La richiesta di FdI al ministro diventa un caso: "Dica se ci sono state lacune". Lui chiarisce il senso delle sue frasi

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Proseguono le ricerche dei dispersi dopo il naufragio dell’imbarcazione di migranti avvenuto domenica mattina davanti alla spiaggia di Steccato di Cutro, nel Crotonese. Al momento i morti accertati sono 66, mentre non si conosce ancora il numero dei dispersi. L'ultimo corpo ritrovato è quello di un bambino di cinque o sei anni. Ieri intanto è stato eseguito un nuovo fermo a carico di un altro dei presunti scafisti: le persone fermate sono in tutto tre, un cittadino turco e due pachistani sospettati di aver chiesto a ciascun migrante, per il viaggio, circa ottomila euro. E secondo la relazione annuale dell'intelligence al Parlamento, c'è un aumento dei flussi migratori dal Mediterraneo orientale, con partenza prevalentemente dalla Turchia verso le coste di Calabria, Puglia e Sicilia (LO SPECIALE MIGRANTI - I NUMERI DEGLI SBARCHI NEL 2023). Intanto il ministro dell'Interno Piantedosi è al centro di polemiche per alcune sue frasi ma chiarisce il senso delle sue parole: "Fermatevi, verremo noi a prendervi. Questo è il senso dei corridoi umanitari". Sulle polemiche riguardo a possibili ritardi nei soccorsi dice: “In questo caso credo che al primo avvistamento abbia seguito un modo di procedere dell'imbarcazione che non ha segnalato il distress e quindi poi si è arenata in una secca all'arrivo: non ha chiesto aiuto da quelle che sono le prime ricostruzioni”. E mette in luce come ci sia anche la necessità, in queste situazioni, di tutelare anche i soccoritori. "Il mare grosso è stato un elemento che ha caratterizzato questo evento, la salvaguardia delle condizioni di sicurezza del personale che interviene è uno dei punti cardine delle regole che presidiano questi soccorsi", ha detto intervistato a Cinque Minuti.

L'intelligence: "Difficile contrastare le organizzazioni criminali transnazionali"

L'aumento dei flussi migratori, spiega l'intelligence, "trova una sponda importante nell'attivismo di organizzazioni criminali dedite al favoreggiamento dell'immigrazione irregolare, principalmente curde e pakistane, con basi di supporto logistico nei principali Paesi di origine e transito dei migranti, la cui natura transnazionale rende complessa l'attività di contrasto, così come nell'utilizzo, divenuto prassi, del web e dei social network da parte degli stessi sodalizi per pubblicizzare i viaggi e i relativi servizi". Inoltre, dice la relazione, le attività delle Ong "vengono spesso pubblicizzate sui social network dai facilitatori dell'immigrazione irregolare quale garanzia di maggiore sicurezza del viaggio verso l'Europa". In questo contesto, la presenza di navi umanitarie rappresenta "un vantaggio logistico per le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico dei migranti, permettendo loro di adeguare il modus operandi in funzione della possibilità di ridurre la qualità delle imbarcazioni utilizzate, aumentando correlativamente i profitti illeciti, ma esponendo a più concreto rischio di naufragio le persone imbarcate".

Superstiti del naufragio tentarono di aggredire uno scafista

Intanto dagli atti dell'inchiesta aperta sul naufragio emerge che, subito dopo la tragedia, alcuni superstiti hanno aggredito uno dei presunti scafisti sulla battigia di Steccato di Cutro. I carabinieri a quel punto sono intervenuti e hanno prelevato l'uomo, indicato dai superstiti come uno degli scafisti, che è stato poi fermato dopo accertamenti. Un sopravvissuto ha poi raccontato agli inquirenti che altri scafisti sarebbero fuggiti a nuoto "quando hanno sentito che chiedevamo aiuto".

Le vittime e i sopravvissuti

Secondo il ministero dell’Interno, fra le oltre 60 vittime del naufragio registrate finora ci sono 16 minori, tra cui diversi bambini e un neonato, e 33 donne. All'alba di oggi i soccorritori hanno rinvenuto il corpo di un uomo sulla spiaggia di Steccato. Dei sopravvissuti, 19 sono ricoverati in ospedale, mentre i restanti (circa 60) sono stati trasferiti nel centro di accoglienza del vicino comune di Isola di Capo Rizzuto. Da tutta Europa stanno arrivando alla Questura di Crotone richieste di informazioni su vittime e superstiti del naufragio: si tratta di familiari, parenti, amici delle vittime che sanno o ipotizzano che sul barcone ci fosse un loro caro e chiedono notizie.

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Piantedosi: “Chi scappa da una guerra non deve affidarsi a scafisti”

Intanto, dalle pagine de Il Corriere della Sera, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi torna sulla polemica innescata dalla sua frase “la disperazione non giustifica i viaggi che mettono in pericolo i figli”: “Io penso che il messaggio debba essere chiaro: chi scappa da una guerra non deve affidarsi a scafisti senza scrupoli, devono essere politiche responsabili e solidali degli Stati ad offrire la via di uscita al loro dramma”. Poi, parlando dei soccorsi, sottolinea: “Non c'è stato alcun ritardo. Ho presieduto la riunione a Crotone e so che sono stati fatti tutti gli sforzi possibili in condizioni del mare assolutamente proibitive. Per questo voglio ringraziare il personale che, mettendo a rischio la propria vita, interviene quotidianamente per salvare i migranti in difficoltà su barchini alla deriva e che navigano in condizioni di grave pericolo. È estremamente offensivo anche solo adombrare che abbiano derogato agli obblighi e alla innata vocazione”.

Le polemiche

Oggi il senatore di Fratelli d'Italia e presidente della commissione Affari costituzionali, Alberto Balboni, rivolgendosi al ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, dopo la sua audizione davanti alla commissione Affari costituzionali sulle linee programmatiche del dicastero, ha detto: "Se ci sono state lacune nella catena di comando per un soccorso tempestivo, noi lo dobbiamo sapere, ministro. Non è una richiesta che FdI lascerà alle opposizioni. Noi siamo i primi a chiederlo, perché non si può lasciare una nave piena di bambini in balia delle onde ma rifiutiamo la strumentalizzazione politica". Piantedosi ha replicato precisando: "Fermatevi, verremo noi a prendervi. Questo è il senso dei corridoi umanitari. Dobbiamo fare in modo che le terre siano sempre più sicure del mare”. Poi ha aggiunto: "C'è un'indagine in corso alla quale nessuno si sottrae e non mi sottrarrò per quelle cose che si riterranno di fare e su cosa andrà riferito, anche periodicamente. Per la presunzione di grande considerazione che ho dei soccorritori non ho motivi di ritenere che ci siano stati errori o sottovalutazioni perché conosco come operano".

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Johansson: “Combattere i trafficanti e investire in percorsi legali”

Anche la commissaria europea per gli affari interni, Ylva Johansson, in un'intervista con l'agenzia di stampa EFE sottolinea la necessità della promozione della cooperazione con i Paesi terzi per combattere le mafie della migrazione irregolare e punta il dito contro i trafficanti che “se ne fregano della vita delle persone”. “Abbiamo già visto come mettono cinicamente le persone in questi viaggi pericolosi e non si preoccupano se perdono la vita. Si preoccupano solo dei soldi”, ha detto Johansson. Il commissario europeo ed ex ministro del governo svedese ha poi sottolineato l'importanza dell'unanimità tra gli Stati membri in merito alle disposizioni del nuovo patto di migrazione e asilo: “Abbiamo bisogno di un sistema europeo adeguato per la migrazione in cui lavoriamo insieme ma anche in cui rafforziamo la nostra cooperazione con i Paesi di origine e di transito per combattere i trafficanti e investire in percorsi legali”. “Siamo una società che invecchia, abbiamo bisogno di migranti (nell'Ue), ma devono arrivare in modo ordinato e sicuro”, ha aggiunto.

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