Per il tradizionale evento di carnevale vengono utilizzati 10 mila quintali di agrumi, che non sono comunque adatti al consumo alimentare. Dunque, a fine festa, le arance avanzate verranno appositamente lavorate per diventare fertilizzante naturale per i campi agricoli ed energie rinnovabili
Lotta con le arance, ma anche lotta allo spreco. Ad Ivrea, dopo la tradizionale battaglia di agrumi, stavolta non si butta via niente, placando di conseguenza alcune polemiche sull’uso smodato degli agrumi per la contesa. Infatti per l'occasione sono state utilizzate centinaia di cassette di arance, disposte nelle quattro piazze dove si tira. Un totale di 10 mila quintali di arance. Ma si tratta di frutti che non hanno le caratteristiche adatte al consumo umano, provengono principalmente da Calabria e Sicilia, da filiere tracciabili, e se non venissero utilizzate nell'evento di Ivrea, sarebbero destinate al macero. Quest'anno si è deciso che dopo i tre giorni di carnevale le arance saranno destinate al compostaggio per l’agricoltura. Dunque verranno appositamente lavorate per diventare fertilizzante naturale per i campi agricoli, floricoltura, energie rinnovabili e biometano.
Nel nome della tradizione
Il carnevale di Ivrea, nel Torinese, affonda le sue radici nel Medioevo ed è noto soprattutto per la tradizionale e spettacolare battaglia delle arance, che si svolge nelle principali piazze cittadine. Vanta il titolo di carnevale storico più antico d'Italia e, dopo uno stop lungo tre anni causato dalla pandemia (LIVEBLOG COVID), è tornato ad attirare curiosi e appassionati da tutta Italia. Tre le giornate di battaglia, con nove squadre a piedi che danno vita al lancio delle arance con i tiratori sulle pariglie e sui tiri a quattro suddivisi su due percorsi. La prima giornata, domenica scorsa, ha registrato numeri da record, con 19.800 biglietti venduti e 30mila presenze. Si tratta, spiegano gli organizzatori, di uno dei migliori risultati mai registrati per lo storico carnevale di Ivrea. A conclusione, la marcia funebre dove il "Generale", figura storica del carnevale di Ivrea, si congeda da pifferi e tamburi in attesa della polenta e merluzzo del mercoledì delle Ceneri.
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