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Gianni Vattimo, l'assistente Simone Caminada condannato per circonvenzione d'incapace

Cronaca
©Ansa

Due anni di reclusione e 900 euro di multa in primo grado per l'assistente del filosofo, accusato di aver circuito l'ottantasettenne per mettere le mani sul suo patrimonio. Vattimo: "Non cambia nulla, vogliamo l'unione civile"

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Il Tribunale di Torino ha espresso ieri la sentenza di primo grado ai danni di Simone Caminada, assistente e compagno di vita del filosofo ed ex europarlamentare Gianni Vattimo. Per l'accusa di circonvenzione di incapace, il 38enne è stato condannato a due anni di reclusione e 900 euro di multa. L'accusa è quella di aver approfittato della fragilità dell'ottantasettenne filosofo per mettere le mani sul suo patrimonio. Una tesi da cui lo stesso Vattimo ha preso le distanze, che ha sempre negato di essersi sentito raggirato dal suo compagno. Tuttavia i pm Dionigi Tibone e Giulia Rizzo, hanno continuato a sostenere le loro accuse avvalendosi anche di una serie di intercettazioni telefoniche, dichiarando che Vattimo versa in uno stato di "totale dipendenza psicologica da Caminada, misto alla paura della solitudine e alla consapevolezza di non poter più provvedere a se stesso".

Il verdetto

Lo stesso Caminada, interpellato dai giornalisti all'uscita dal tribunale, ha commentato che la condanna "non è una notizia che sconvolge la nostra quotidianità", aggiungendo ironicamente che l'unico rimpianto riguardo a questa vicenda è stato quello di non accogliere l'invito di un monastero romano a ricevere entrambi come ospiti. Lo scorso dicembre i due avevano annunciato la volontà di unirsi civilmente, ma l'unione è stata bloccata proprio a causa della sentenza pendente, il cui verdetto è arrivato ieri. In un'intervista video al quotidiano La Stampa, il filosofo ha dichiarato di aspettarsi la condanna a Caminada, ma che "non cambia niente" nel rapporto trai due, ribadendo la volontà di unirsi civilmente al trentottenne, pur non sapendo ancora quando né dove. 

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