Messina Denaro arrestato dopo una fuga di 30 anni. Andrà in carcere massima sicurezza

Il super latitante catturato dai carabinieri del Ros in una clinica privata di Palermo, dov'era stato operato in passato, sotto il falso nome di Andrea Bonafede, e dove doveva sottoporsi ad alcune terapie. È in buone condizioni di salute e non ha opposto resistenza agli agenti. Il procuratore del capoluogo siciliano: "Saldato debito con vittime di mafia, ma Cosa Nostra non è sconfitta". Meloni: "Una grande vittoria dello Stato". Vicina l'individuazione del covo del boss

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Meloni: Italia fiera,avanti insieme in battaglia contro mafia

"Ho detto al procuratore capo e agli investigatori e ai carabinieri, ai Ros alla polizia che l'Italia è fiera di loro: sappiamo che dobbiamo a loro questo grande risultato al lavoro quotidiano di grande determinazione che hanno condotto. Possono contare sui provvedimenti del governo per il necessario per portare avanti questa battaglia insieme". Così Giorgia Meloni parlando a Palermo dopo la cattura di Matteo Messina Denaro. 
- di Redazione Sky TG24

Landini: "grazie a magistratura e forze ordine"

"A nome della Cgil, voglio ringraziare la Magistratura e le forze dell'ordine, per il fondamentale lavoro svolto per la cattura di Matteo Messina Denaro, latitante
da piu' trent'anni. Una professionalita', la loro, che andrebbe valorizzata a partire da un adeguato incremento degli organici". E' quanto afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, commentando l'arresto a Palermo del boss mafioso.
 
- di Redazione Sky TG24

Matteo Messina Denaro, la malattia e il falso nome con cui era in cura per un tumore

Il boss da un anno si sottoponeva "a terapie nella clinica Maddalena", come ha riferito il comandante del Ros dei carabinieri, dopo il suo arresto avvenuto proprio nell'area della struttura sanitaria. Il capomafia  si trovava lì per una seduta di chemioterapia. PER APPROFONDIRE, QUI
- di Redazione Sky TG24

Mafia, dopo l’arresto di Messina Denaro restano ancora 4 latitanti di massima pericolosità

Nella lista del "programma speciale di ricerca" del gruppo Interforze ci sono Attilio Cubeddu, esponente dell’Anonima sequestri e ricercato dal 1997, e Giovanni Motisi, membro di Cosa nostra irrintracciabile dal 1998. Poi Renato Cinquegranella, esponente della camorra sparito dal 2002, e Pasquale Bonavota, ‘ndranghetista latitante dal 2018. GUARDA QUI LA FOTOGALLERY
- di Redazione Sky TG24
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Confindustria Sicilia, 'giornata storica'

"Una giornata storica per la Sicilia, una cattura eccellente. Frutto di impegno e di sacrificio. Risultato ed evidenza di uno Stato che c’è, che è accanto ai cittadini e in particolare ai siciliani". Così il presidente di Confindustria Sicilia, Alessandro Albanese. Il presidente regionale degli industriali esprime a nome di tutti gli imprenditori siciliani "plauso e ringraziamento nei confronti delle forze dell’ordine e della magistratura, esempio di un silenzioso e quotidiano eroismo. Grazie al loro sforzo congiunto si è raggiunto oggi un risultato straordinario".
- di Redazione Sky TG24

Procuratore a Meloni, 'le faccio conoscere chi lo ha arrestato'

"Presidente, benvenuta, se vuole salire le faccio conoscere chi ha lavorato sull’arresto di Messina denaro". Con queste parole il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia ha accolto la Premier Giorgia Meloni appena arrivata per congratularsi con gli inquirenti per l’arresto di Messina Denaro.
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De Luca, 'data storica nella lotta alla mafia, Stato vince sempre'

"L'arresto, dopo 30 anni di latitanza, del boss Matteo Messina Denaro dimostra che la giustizia è più forte di tutto. Lo Stato vince sempre. Un plauso alle forze dell'ordine, all'Arma dei Carabinieri e alla procura di Palermo. Oggi è un'altra data storica nella lotta alla mafia". Così il deputato all'Ars di Sud contro Nord Cateno De Luca.
- di Redazione Sky TG24

Immagini Messina Denaro sui murales in stile Pop Andy Wharol

Tre murales in stile Pop Art di Andy Warhol che, ricalcando una delle fotografie in possesso degli inquirenti, ritraggono Matteo Messina Denaro con gli occhiali da sole, comparvero nell'aprile del 2008 a Palermo, alle spalle della cattedrale e davanti alla facoltà di Giurisprudenza. Accanto ai murales la scritta: «Matteo Messina Denaro, l'ultimo» , a sottolineare che rimaneva l'ultimo boss da catturare. Gli autori si fecero avanti due settimane dopo, erano due studenti di Architettura. 
- di Redazione Sky TG24

Anm: 'riaffermati valori e forza Stato diritto'

"L'arresto di Matteo Messina Denaro, capo mafia latitante da trent'anni, costituisce un momento straordinariamente importante di riaffermazione dei valori e della forza dello Stato di diritto". Così in una nota l'Associazione nazionale magistrati.
"Ai magistrati, all’Arma dei Carabinieri e a tutte le Forze di Polizia, come agli altri apparati dello Stato che hanno concorso a questo risultato, va il plauso e il ringraziamento anche dell'Associazione nazionale magistrati. E ciò - sottolinea l'Anm - nella consapevolezza che il successo di una così complessa operazione è dovuto all'alta professionalità di donne e uomini che in magistratura come negli altri Corpi dello Stato agiscono quotidianamente tra tante difficoltà, per carenze di risorse umane e materiali, a cui sopperiscono con encomiabile dedizione e spirito di sacrificio".
- di Redazione Sky TG24

Meloni arrivata in procura a Palermo per congratularsi con inquirenti

La presidente del consiglio Giorgia Meloni è appena arrivata al Tribunale di Palermo dove è stata accolta dal procuratore capo Maurizio de Lucia e dai vertici del tribunale. Meloni è’ venuta per congratularsi con gli investigatori per l’arresto del boss Matteo Messina Denaro. Presenti anche il generale Rosario Castello Comandante Legione Carabinieri Sicilia e il Comandante provinciale Giuseppe de Liso, con altri ufficiali dei Carabinieri.
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Messina Denaro si faceva chiamare Andrea Bonafede 

Il boss mafioso Matteo Messina Denaro si faceva chiamare Andrea Bonafede. Negli ospedali presentava una carta d'identità rilasciata dal comune di Campobello di Mazara dove risultava nato il 23 ottobre 1963 e dove sarebbe stato residente in via Marsala. Il boss è nato invece a Castelvetrano il 26 aprile 1962. Il mafioso aveva anche un codice fiscale con i dati relativi a Andrea Bonafede.
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Meloni in raccoglimento davanti a stele Capaci

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il sottosegretario
alla Presidenza Alfredo Mantovano hanno osservato un minuto di raccoglimento davanti alla stele di Capaci che ricorda le vittime della strage nella quale persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani. E' quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi. 
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Meloni giunta al Palazzo giustizia di Palermo

Arrivata al palazzo di giustizia di Palermo la premier Giorgia Meloni per complimentarsi con la procura e i carabinieri per la cattura di Matteo Messina Denaro dopo 30 anni di latitanza. 
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Messina Denaro in clinica per chemioterapia

Il boss Matteo Messina Denaro era andato alla clinica Maddalena per sottoporsi a una seduta di chemioterapia. Aveva già fatto il tampone e aspettava gli altri esami prima di sottoporsi alla chemio. Il boss mafioso era stato operato nel 2021 per alcune metastasi al fegato. Un percorso clinico che era cominciato quando al capomafia era stato diagnosticato un cancro al colon. Sarebbe stato operato nell'ospedale Abele Ajello di Marsala. Da allora si era sottoposto a cicli di chemio e visite fino alla scoperta del tumore al fegato. Dopo l'operazione alla Maddalena si sarebbe sottoposto a cicli di chemio una volta ogni sei mesi. 
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Borsellino: c'è il sospetto di una nuova trattativa

"Da un lato la soddisfazione per la cattura di un criminale. Dall'altro l'amarezza che si siano voluti 30 anni per arrivare a questo risultato". E' il commento di Salvatore Borsellino fratello del giudice Paolo ucciso dalla mafia il 19 luglio del 1992. "La sensazione, il sospetto che anche questo arresto sia il risultato di una trattativa. Da tempo si sapeva che il boss era malato e stava trattando la sua cattura - aggiunge Salvatore Borsellino - Da tempo giravano voci circa la possibilità che si potesse arrivare all'epilogo della latitanza. Vedremo se lo Stato pagherà a breve il prezzo di questa cattura come la concessione dei benefici a uomini come i Graviano e i capi mafia che stanno in  carcere". 
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Crosetto: grande giorno per lo Stato e gli italiani

"È un grande giorno per lo Stato e per tutti gli italiani. L'arresto del super latitante Mattia Messina Denaro è un colpo durissimo per la mafia e la criminalità organizzata". Così il ministro della Difesa Guido Crosetto. "Mi congratulo - prosegue Crosetto - con i Carabinieri e in particolare con il Ros, il Raggruppamento Operativo Speciale. Complimenti a tutte le Forze dell'ordine e alla Magistratura, dalla Procura di Palermo alla Procura nazionale antimafia, che in questi anni hanno lavorato in silenzio ma incessantemente per ottenere questo importante risultato che simbolicamente arriva all'indomani dell'anniversario della cattura del Capo dei Capi Totò Riina. Alle migliaia di persone che ogni giorno, in silenzio, operano a tutela della legalità e a difesa della giustizia va il grazie di tutti gli italiani. Questa è la vittoria delle Istituzioni e dei cittadini onesti! La lotta alla mafia non avrà tregua". 
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Vedova caposcorta Falcone: 'Stato ha vinto ma ancora tanto da fare'

"Oggi per i familiari delle vittime della mafia e per i palermitani onesti è una bellissima giornata, una giornata di festa. Lo Stato ha vinto,  ringraziamo tutte le forze dell'ordine, e i carabinieri in particolare, e i magistrati per questo risultato, per questa bella notizia dopo 30 anni di latitanza". A dirlo all'Adnkronos è Tina Montinaro, vedova di Antonio, il caposcorta del giudice antimafia, Giovanni Falcone, ucciso nella strage di Capaci, dopo l'arresto a Palermo dell'ormai ex superlatitante Matteo Messina Denaro. "Mi ha chiamato uno dei miei figli e mi ha dato la bella notizia - aggiunge -. Mi ha commosso vedere in tv le immagini delle persone presenti al momento dell'arresto che applaudivano. Significa che c'è tanta brava gente. Fa riflettere, però, il fatto che Messina Denaro abbia potuto contare su così tante persone accanto a lui che lo hanno protetto in tutti questi anni. C'è ancora tanto lavoro da fare in questa città, ma oggi è un giorno bellissimo". L'arresto dell'ex primula rossa per la vedova del caposcorta che da anni gira nelle scuole per alimentare la memoria delle vittime di Cosa nostra "ripaga del dolore vissuto in tutti questi anni". 
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Il Ros, l'eredità del generale Dalla Chiesa

Campeggia la foto del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa nella sezione del sito dell'Arma dei Carabinieri dedicata al Ros, il Raggruppamento operativo speciale protagonista oggi della cattura del boss Matteo Messina Denaro. E' c'è una ragione precisa: le origini del reparto risalgono infatti al Nucleo speciale di polizia giudiziaria, il cosiddetto Nucleo 'Scintilla', creato nel maggio del 1974 dal generale  per contrastare il terrorismo interno. Si trattava all'epoca di appena 40 Carabinieri scelti proprio da Dalla Chiesa per le indagini più critiche e furono in prima linea durante gli anni di piombo. Il Nucleo si distingueva per l'innovativo metodo investigativo caratterizzato da osservazioni, pedinamenti, intercettazioni sempre più efficienti per identificare i membri delle formazioni eversive e i loro contatti, risalendo progressivamente ai vertici. Questo metodo, sottolinea  l'Arma, "che contribuì agli inizi degli anni '80 alla disarticolazione dei più importanti gruppi terroristici attivi in Italia, quali le Brigate Rosse, Prima Linea, Nuclei Armati Rivoluzionari, venne, poi, adottato per il  contrasto a qualsiasi forma di criminalità organizzata".  Il Ros è stato istituito formalmente il 3 dicembre 1990, si articola in una struttura centrale e una periferica ed è comandato da un generale, Pasquale Angelosanto. 
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