1.934 le strutture sanitarie ispezionate, 637 le imprese e le cooperative monitorate e oltre 11.600 tra medici, infermieri e altre professioni sanitarie verificati. I Nas hanno segnalato complessivamente 205 persone, di cui 83 all’Autorità Giudiziaria e 122 a quella Amministrativa
Sono 165 le posizioni irregolari segnalate dai carabinieri del Nas in ospedali e Rsa durante i controlli effettuati da metà novembre in tutta Italia. 1.934 le strutture sanitarie ispezionate, 637 le imprese e le cooperative monitorate e oltre 11.600 tra medici, infermieri e altre professioni sanitarie verificati. I Nas hanno segnalato complessivamente 205 persone, di cui 83 all’Autorità Giudiziaria e 122 a quella Amministrativa. Tra le numerose irregolarità accertate, c'è la fornitura da parte di cooperative di medici con età anagrafica superiore ai 70 anni stabiliti da contratto, l'esercizio abusivo della professione ma anche l'impiego di figure sanitarie esterne collocate in attività lavorativa senza l'adeguata formazione sulla tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro.
I dettagli
Sono emersi diversi casi di esercizio abusivo della professione (43 operatori) in particolare riguardanti lo svolgimento di attività infermieristiche in assenza di iscrizione all'albo e senza il riconoscimento dei titoli acquisiti all'estero, frequentemente favorite dalla mancanza di verifica preliminare da parte dei responsabili delle cooperative. Sono state accertate e contestate anche violazioni per carenze autorizzative, funzionali e strutturali che hanno determinato, nei casi più gravi, la chiusura di 5 strutture socio-sanitarie. Sono stati deferiti 8 titolari di cooperative per l’ipotesi di reato di frode ed inadempimento nelle pubbliche forniture ritenuti responsabili di aver inviato personale in attività di assistenza ausiliaria presso ospedali pubblici, in numero inferiore rispetto a quello previsto dalle condizioni contrattuali con l’Azienda sanitaria, o impiegato semplice personale ausiliario, privo del titolo abilitativo, anziché figure professionali socio-sanitarie e, infine, personale medico non specializzato per l’incarico da ricoprire.