Ancora in crescita la curva epidemica in Italia, incremento del 10% rispetto alla settimana precedente. E' quanto emerge dai dati del bollettino settimanale del ministero della Salute. Risalgono anche le terapie intensive (+3) e i ricoveri ordinari (+632)
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Lopalco: "Curva indica probabile picco invernale da non sottovalutare"
Il trend settimanale dei dati Covid "mostra ancora una volta un aumento della curva. Anche se parliamo di valori di Rt di poco superiori ad 1, si tratta comunque di dati che indicano una tendenza verso un probabile picco invernale da non sottovalutare". A dirlo all'Adnkronos Salute è l'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all'Università del Salento, commentando i dati del monitoraggio della Cabina di regia ministero della Salute-Istituto superiore di sanità (Iss), con i principali indicatori in salita.
Nel Lazio 3.059 casi e 7 decessi, 1.590 contagi a Roma
Oggi nel Lazio su 2.340 tamponi molecolari e 21.918 tamponi antigenici per un totale di 24.258 tamponi, si registrano 3.059 nuovi casi positivi (-408), sono 7 i decessi (-1), sono 732 i ricoverati (-18), 30 le terapie intensive (+1) e +2.451 i guariti. Il rapporto tra positivi e tamponi e' al 12,6%. I casi a Roma citta' sono a quota 1.590. Lo rende noto l'assessore alla Sanita' Alessio D'Amato, che lancia "un appello alla vaccinazione, chi ancora non avesse fatto la 4 dose e' importante, soprattutto per i piu' anziani e le persone con fragilita".
Pregliasco: "Aumento casi durerà oltre dicembre, non si abbassi la guardia"
"Direi che quello che emerge dal monitoraggio Covid è un andamento previsto di questa onda di risalita, che definisco onda e non ondata, e che incrementerà secondo i modelli matematici fino a oltre il mese di dicembre. Credo che questi dati dimostrino come le condizioni meteorologiche favorenti, la nuova variante Omicron in ascesa", cioè la famiglia Cerberus di BQ.1 e BQ.1.1, "e la copresenza anche di forme influenzali creeranno un po' di problemi agli ospedali. Però ora siamo in grado di gestirli meglio". E' l'analisi del virologo Fabrizio Pregliasco, che commenta all'Adnkronos Salute il quadro che emerge dall'ultimo monitoraggio Covid, caratterizzato da quasi tutti gli indicatori in risalita, ricoveri compresi.
Covid: in Italia 229.122 casi e 580 morti in 7 giorni
Ancora in crescita la curva epidemica in Italia. Sono 229.122 i nuovi casi di positivita' al Covid registrati in Italia negli ultimi sette giorni, contro i 208.346 della settimana scorsa, un incremento del 10%. Mentre sono 580 le vittime nello stesso arco temporale (533 il dato della settimana precedente), 181.098 in totale. E' quanto emerge dai dati del bollettino settimanale del ministero della Salute pubblicato oggi.
Clementi: "No allarme per rialzo, ma fare booster e antinfluenzale"
I dati del Covid "sono in ripresa perché era abbastanza atteso che ci potesse essere, soprattutto prima di Natale, un nuovo rialzo. Ma non c'è niente di nuovo tra i virus che circolano perché si tratta più o meno delle stesse varianti che c'erano anche prima, con la piccola eccezione della variante cosiddetta Cerberus", BQ.1.1 e la sua famiglia BQ.1, "che ormai sarà tra il 30% e il 50% dei casi isolati. Dunque niente di nuovo e niente di allarmante, se non l'invito - per chi non lo avesse già fatto tra gli ultra sessantenni - a vaccinarsi, facendo la dose booster contro questo virus e soprattutto la vaccinazione contro l'influenza che, questa sì, sta galoppando". E' l'analisi del virologo Massimo Clementi, che commenta all'Adnkronos Salute i dati dell'ultimo monitoraggio Covid.
Lopalco: "Curva indica probabile picco invernale da non sottovalutare"
Il trend settimanale dei dati Covid "mostra ancora una volta un aumento della curva. Anche se parliamo di valori di Rt di poco superiori ad 1, si tratta comunque di dati che indicano una tendenza verso un probabile picco invernale da non sottovalutare". A dirlo all'Adnkronos Salute è l'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all'Università del Salento, commentando i dati del monitoraggio della Cabina di regia ministero della Salute-Istituto superiore di sanità (Iss), con i principali indicatori in salita.
Vaccini, Costa: "Non lasceremo Palermo scoperta da servizio"
"Non lasceremo un solo giorno la città scoperta dal servizio tamponi e vaccini". Parola di Renato Costa, commissario per l'emergenza Covid della provincia di Palermo, che si appresta a spostare la struttura anti-Covid della Fiera del Mediterraneo nella nuova area dell'Istituto Principe di Castelnuovo, ente vigilato dalla Regione, individuata dagli assessori regionali alla Famiglia Nuccia Albano e alla Salute, Giovanna Volo. "Dopo la revoca della concessione del padiglione 20 - dice il commissario - sono arrivate richieste da consiglieri e assessori comunali per destinare ad altre attività anche il padiglione 16, dove sono concentrate tutte le attività anti-covid. Sembrerebbe - dice Costa - che il pavimento del padiglione sia idoneo per gli allenamenti dello sport con i pattini a rotelle, perché il pattinodromo del Giardino Inglese, sede naturale per questo sport, ci hanno fatto sapere che sarà presto trasformato in una pista di pattinaggio sul ghiaccio. A questo punto - dice Costa - abbiamo capito che non era aria, ma per fortuna, grazie all'intervento degli assessori Volo e Albano, è stata individuato uno spazio funzionale che ci darà nuovo slancio e prospettive di sviluppo per le attività anticovid".
Paesi poveri: dopo i vaccini esclusi anche dalle cure. La denuncia Oxfam-Emergency
A denunciarlo sono le due organizzazioni no profit Oxfam ed Emergency, che lanciano un appello agli Stati membri in vista della riunione dell'Organizzazione Mondiale del Commercio per l'estensione dell'accordo sulla sospensione dei brevetti
Abrignani: "Stupido per over 60 non fare quarta dose, è salvavita"
"È possibile che questo inverno avremo" la sottovariante di SarS-Cov-2 "BQ.1.1 se non succede un imprevisto. Il problema, come ha detto l’Ema, è la vaccinazione anti-Covid, è il secondo richiamo. Oggi vaccinarsi salva la vita soprattutto a persone over 65, il 95% dei decessi Covid sono ultra60enni e la maggioranza ultra 80enni. Un over 60 che non fa la quarta dose oggi è come andare in moto senza casco, è stupido". Così Sergio Abrignani, direttore dell’Istituto di Genetica molecolare dell’Università di Milano, a margine dell’evento ‘One Health and Pandemic Preparedness’, promosso dall’Ambasciata inglese a Roma. La variante "Cerberus in Francia e negli Stati Uniti è già al 40-50% delle infezioni, quindi ha ragione l’Ema a dire che c’è una buona possibilità che ci sia una risalita delle infezioni però, per fortuna, la stragrande maggioranza della popolazione è vaccinata contro il Covid. Oggi - ha aggiunto - abbiamo di fronte una influenza, un virus che muta ogni 4-6 mesi, che ha però accelerato le sue mutazioni a gennaio era Omicron 1, a luglio Omicron 5 a novembre BQ.1.1 e a marzo forse avremo un’altra variante".
Bassetti: "Monitoraggio Iss-ministero sbagliato e anacronistico"
Il monitoraggio Covid settimanale dell'Iss-ministero della Salute "è totalmente anacronistico e sbagliato. Ci danno dei dati di circolazione virale misurando parametri, Rt, incidenza, senza dirci che tipo di pazienti arrivano in ospedale ma solo che c'è della gente con un tampone positivo. Questo non vuol dire nulla, un conto un asintomatico trovato per screening in ospedale altro è un paziente che arriva con polmonite e deve essere ricoverato. Sono report che computano numeri. Dire che c'è stato un incremento del 2% di persone in ospedale non vuol dire nulla". Lo sottolinea all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Matteo di Pavia.
"Nel mio reparto ho sicuramente persone con Covid ricoverate ma nessuno sta male come nel 2020-21, ho anche tanti che sono positivi al tampone Covid dopo essere ricoverati - aggiunge - Speravo cambiasse questa politica del tamponamento seriale, ci sta portando di fronte a due pesi e due misure: un soggetto con l'influenza lo mettiamo in un reparto normale e uno con il Covid in un bunker. Oggi non ha senso tutto questo".
Il Sars-CoV-2 "circola ovunque e sta facendo milioni di contagi e non fa danni. Serve una logica diversa, proteggiamo i più fragili, per questo servono numeri più specifici. Mi auguro - conclude - che la si finisca con i reparti Covid, ma si creino delle bolle dove il paziente entra per specialità, se ha un problema cardiologico va in reparto dove ci sarà una bolla, una stanza separata, per chi ha il Covid. Gli enormi lazzaretti per le persone positivi speso siano finiti".
"Nel mio reparto ho sicuramente persone con Covid ricoverate ma nessuno sta male come nel 2020-21, ho anche tanti che sono positivi al tampone Covid dopo essere ricoverati - aggiunge - Speravo cambiasse questa politica del tamponamento seriale, ci sta portando di fronte a due pesi e due misure: un soggetto con l'influenza lo mettiamo in un reparto normale e uno con il Covid in un bunker. Oggi non ha senso tutto questo".
Il Sars-CoV-2 "circola ovunque e sta facendo milioni di contagi e non fa danni. Serve una logica diversa, proteggiamo i più fragili, per questo servono numeri più specifici. Mi auguro - conclude - che la si finisca con i reparti Covid, ma si creino delle bolle dove il paziente entra per specialità, se ha un problema cardiologico va in reparto dove ci sarà una bolla, una stanza separata, per chi ha il Covid. Gli enormi lazzaretti per le persone positivi speso siano finiti".
Ricciardi: "Senza misure Black Friday e acquisti di Natale festa per virus"
La maggiore tendenza a uscire e ad affollare i negozi nella settimana del Black Friday, e come accadrà per gli acquisti di Natale, "incideranno sull'aumento dei casi Covid", la cui curva è in salita anche questa settimana. Le situazioni di affollamento senza misure di sanità pubblica e nel periodo invernale "sono una festa per i virus". Lo ha affermato Walter Ricciardi, docente di igiene all'Università Cattolica di Roma, commentando i dati del monitoraggio della Cabina di regia ministero della Salute-Istituto superiore di sanità (Iss), con i principali indicatori in salita. "Tutti gli eventi di aggregazione, come sappiamo, sono a rischio. Lo sarebbero meno se noi non fossimo, oggi, tra gli ultimi per copertura vaccinale tra i grandi Paesi".
Covid, influenza e virus respiratorio sinciziale, Bassetti: "Rischio trio infernale"
Lo ha dichiarato l'infettivologo Matteo Bassetti. "La stagione influenzale sarà sicuramente più incisiva di quanto abbiamo visto nel passato perché le mascherine l'avevano limitata", ha aggiunto.
Andreoni: "Tante reinfezioni anche ravvicinate, quarta dose va fatta"
"Stiamo osservano un gran numero di reinfezioni Covid anche vicine nel tempo. E, purtroppo, anche tra chi ha fatto il primo ciclo di vaccinazioni. Un recente studio su 'Nature' ha evidenziato, indipendentemente dall'immunizzazione, che coloro che contraggono una nuova infezione, presentano un rischio maggiore di mortalità per tutte le cause ma anche di ospedalizzazione. Quindi lasciar circolare il virus e non fare la quarta dose comporta dei rischi che, soprattutto gli anziani, non dovrebbero correre. E' vero che oggi la malattia Covid è meno grave, ma la forte infiammazione che si genera può provocare dei danni, come ha scoperto lo studio". Lo sottolinea all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), commentando i dati del monitoraggio settimanale Covid dell'Iss-ministero della Salute. Sui reparti ospedalieri "non c'è particolare pressione, ma tra poco avremo anche il picco dell'influenza", avverte e avere "come ha evidenziato il report dell'Iss un Rt a 1,04, quindi sopra la soglia epidemica, vuol dire che i casi aumenteranno. Quindi - conclude Andreoni - non c'è emergenza, ma dobbiamo essere pronti anche a confrontarci con un rialzo delle infezioni".
Covid, studio: 13% over 45 ha provato depressione prima volta
La pandemia ha avuto un grave impatto sulla salute mentale delle persone. A confermarlo è ora uno studio coordinato dall'Università di Toronto (Canada) e pubblicato su International Journal of Environmental Research and Public Health, che mostra come il 12,9% degli adulti e anziani che non avevano mai avuto sintomi depressivi in vita loro, li ha sviluppati per la prima volta proprio durante la pandemia da Covid-19. A pagare il prezzo più alto è stato però chi aveva una storia di depressione alle spalle: il 45% ha riferito che i sintomi sono tornati. Lo studio canadese si è concentrato, in particolare, su oltre 20mila persone tra i 45 e i 95 anni monitorati tra il 2011 e il 2020. Una persona su 8 senza nessuna passata esperienza di depressione nell'autunno del 2020 ha riferito di sentirsi depressa. L'impatto negativo della pandemia è stato ancora più forte tra chi aveva già sperimentato la depressione di recente (il 58,2% si sentiva depresso ad autunno 2020) o nel passato più lontano (33,5%). In generale lo sviluppo di sintomi depressivi durante il primo anno di pandemia è stato più comune tra le donne nelle fasce di età comprese tra 50-59 anni e 90-96 anni. I ricercatori hanno identificato anche alcuni fattori più associati allo sviluppo di depressione in pandemia, tra cui reddito e risparmi inadeguati, solitudine, soffrire di dolore cronico, difficoltà ad accedere all'assistenza sanitaria, avere una storia di esperienze infantili avverse e conflitti familiari. In particolare chi si sentiva solitudine o aveva conflitti famigliari aveva a un rischio da 3 a 5 volte maggiore di sviluppare depressione durante la pandemia. Per i ricercatori "non sorprende che lockdown e restrizioni siano stati vissuti con maggiore difficoltà dagli adulti e dagli anziani soli. Le relazioni e il sostegno sociale sono essenziali per il benessere e la salute mentale. Per questo è necessario mettere in atto interventi per sensibilizzare e meglio supportare coloro che sono soli".
Il vaccino dimezza il rischio di reinfezione. Lo studio italiano
Lo evidenzia uno studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Medicine, coordinato dall'epidemiologo Lamberto Manzoli dell'Università di Bologna, e condotto con le università di Ferrara e Sapienza di Roma.
Lo studio: "Con reinfezioni può raddoppiare il rischio di morte"
E' la conclusione a cui è giunto un nuovo studio sugli esiti delle reinfezioni da Covid-19 condotto da un team di ricercatori della Washington University School of Medicine in St. Louis.
Remuzzi: "Medici aiutino il rilancio della quarta dose"
Lo ha dichiarato Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri. "Il coronavirus Sars-CoV-2 è ancora tra noi" e "stiamo per entrare nel pieno della stagione influenzale, che si annuncia preoccupante", ha aggiunto.
Scoperta una molecola capace di fermare l'infezione. Lo studio
I ricercatori hanno visto che una proteina coinvolta nella replicazione di altri virus, la 'chaperone' (GRP78), svolge un ruolo essenziale nella replicazione di Covid-19.
Maruotti (Lumsa): "Aumento casi ma situazione ampiamente gestibile"
"Quando parliamo di crescita dei casi come fa il monitoraggio settimanale dell'Iss è sempre su numeri bassi e comunque ampiamente gestibili". Così Antonello Maruotti, ordinario di Statistica dell'Università Lumsa e co-fondatore dello StatGroup19, gruppo interaccademico di studi statistici sulla pandemia di Covid-19, fa il punto con l'Adnkronos Salute sull'aumento dei contagi evidenziato dal monitoraggio settimanale ministero della Salute-Iss. "Ci dobbiamo abituare a questo scostamento rispetto ai livelli minimi che abbiamo raggiungo un paio di settimane fa", aggiunge. "Nel Lazio negli ultimi 4 giorni c'è stata una decrescita del 5% dei casi e anche il tasso di positività sta scendendo. Se prendi invece i dati settimanali, come fa l'Iss, la crescita nel Lazio è stata del 2% - osserva Maruotti - Il Lazio è una regione che prendo come esempio perché spesso è tra quelle che trainano la curva epidemiologica. quindi, è vero che la scorsa settimana c'è stato aumento ma è già terminato e questo è evidente negli ultimi 4 giorni. E credo - conclude - che questo sarà l'andamento nella prossima settimana dove probabilmente vedremo un ridimensionamento".
Veneto, ieri 7 vittime e 5.214 nuovi casi
E' di 7 pazienti il bilancio delle vittime di ieri per Covid-19 in Veneto, che portano il totale a 15.916. Il bollettino regionale segnala in flessione a quota 5.214 i nuovi casi, complessivamente pari a 2.526.019. Gli attuali positivi salgono a 62.904. Continua l'aumento di ricoveri in area medica, che sono 1.336 (+50), mentre scendono (-1) quelli delle terapie intensive, che sono 52.