Sciopero all'ex Ilva di Taranto, sindacati chiedono intervento governo

Cronaca

Si protesta contro la situazione di stallo in cui l'azienda è da molti mesi, stretta tra bassa produzione, alcuni impianti fermi, cassa integrazione, molti creditori da pagare e mancanza di liquidità

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È cominciato questa mattina alle 7 lo sciopero di 24 ore nello stabilimento di Taranto di Acciaierie d'Italia, ex Ilva. Terminerà domattina alla stessa ora. Il presidio delle portinerie della fabbrica è invece scattato intorno alle 4. Tra delegati sindacali e lavoratori, molti i presenti, prima dell'alba, all'esterno dei cancelli per sensibilizzare allo sciopero. Consentito nel siderurgico l'ingresso dei dipendenti messi di "comandata" dall'azienda per la sicurezza degli impianti. Lo sciopero è indetto sia da Fim, Fiom e Uilm, che dall'Usb. Quest'ultimo però si è mosso autonomamente rispetto alle sigle metalmeccaniche di Cgil, Cisl e Uil.

Sindacati chiedono al governo di intervenire

Si protesta contro la situazione di stallo in cui l'azienda è da molti mesi, stretta tra bassa produzione, alcuni impianti fermi, cassa integrazione, molti creditori da pagare e mancanza di liquidità. Si protesta inoltre contro la recente sospensione, decisa da Acciaierie d'Italia, di 145 imprese dell'indotto col rischio di altri 2mila addetti in cassa integrazione. I sindacati sollecitano il governo ad intervenire. L'ultimo sciopero di 24 ore all'ex Ilva si è svolto lo scorso 6 maggio. Oggi non ci sarà una manifestazione nella città ma solo un corteo che toccherà le portinerie della fabbrica per poi convergere sotto la direzione di stabilimento. In programma anche il blocco del varco merci. Lo sciopero coinvolge i diretti di Acciaierie d'Italia e i lavoratori dell'indotto. Coinvolti anche i cassintegrati dell'amministrazione straordinaria di Ilva. 

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