Migrantes, sempre più italiani all'estero: perso lo 0,5% di residenti in un anno

Cronaca
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Gli italiani all'estero superano gli stranieri nel nostro Paese. Esodo di giovani under 35,  sopratutto in Europa. Il presidente della Repubblica Mattarella: "Riflessione sulle cause e sulle possibili opportunità che la Repubblica ha il compito di offrire ai cittadini"

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Sempre più italiani, soprattutto giovani, lasciano il Bel Paese per andare a vivere all’estero. I dati parlano chiaro. Al 1 gennaio 2022 i cittadini italiani iscritti all'Aire (Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero) sono 5.806.068, il 9,8% degli oltre 58,9 milioni di italiani residenti in Italia. L'Italia ha perso in un anno lo 0,5% di popolazione residente, mentre all'estero è cresciuta negli ultimi dodici mesi del 2,7%. E' quanto emerge dall'XVII edizione del "Rapporto Italiani nel Mondo" della Fondazione Migrantes. 

La pandemia ha frenato gli espatri

Le partenze per espatrio avvenute durante il 2021 sono state 83.781, la cifra più bassa rilevata dal 2014, quando erano più di 94 mila. Questo perché,  si legge nel Rapporto,  la pandemia da Covid ha impattato sul numero degli spostamenti dei nostri connazionali, riducendoli drasticamente. Rispetto al 2021 risultano 25.747 iscrizioni in meno, una contrazione, in un anno, del -23,5%. L'identikit di chi è partito per espatrio da gennaio a dicembre 2021 è prevalentemente maschio (il 54,7% del totale), giovane tra i 18 e i 34 anni (41,6%) o giovane adulto (23,9% tra i 35 e i 49 anni), celibe/nubile (66,8%). I minori scendono al 19,5%. I coniugati si attestano al 28,1%". 

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Quasi 4 su 5 italiani vanno in Europa

 Il 78,6% di chi ha lasciato l'Italia per espatrio nel corso del 2021 è andato in Europa, il 14,7% in America e il restante 6,7% si è diviso tra continente asiatico, Africa e Oceania. Nonostante la riduzione del numero delle partenze si rilevano ben 183 destinazioni differenti: 48 europee, 47 africane, 44 dell'Asia, 24 dell'America settentrionale e 14 latinoamericane, 6 dell'Oceania.

 

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Le regioni da cui si emigra di più

 

 Il 53,7% (poco più di 45 mila) di chi ha lasciato l'Italia alla volta dell'estero nell'ultimo anno lo ha fatto partendo dal Settentrione d'Italia, il 46,4% invece dal Centro-Sud. La Lombardia (incidenza del 19,0% sul totale) e il Veneto (11,7%) continuano ad essere, come da ormai diversi anni, le regioni da cui si parte di più. Seguono: la Sicilia (9,3%), l'Emilia-Romagna (8,3%) e la Campania (7,1%). Tuttavia, dei quasi 16 mila lombardi, dei circa 10 mila veneti o dei 7 mila emiliano-romagnoli molti sono, in realtà, i protagonisti di un secondo percorso migratorio che li ha portati dapprima dal Sud al Nord del Paese e poi dal Settentrione all'oltreconfine" si legge nel Rapporto Migrantes.  

 

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Mattarella: serve riflessione su giovani che lasciano Italia

Dati che devono far riflettere, secondo il Capo dello Stato Sergio Mattarella che ricorda:  "Il nostro Paese, che ha una lunga storia di emigrazione, deve aprire una adeguata riflessione sulle cause di questo fenomeno e sulle possibili opportunità che la Repubblica ha il compito di offrire ai cittadini che intendono rimanere a vivere o desiderano tornare in Italia". Questo è il contenuto del messaggio che il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente della Fondazione Migrantes, Mons. Gian Carlo Perego, in occasione della presentazione del "Rapporto Italiani nel mondo".  Nonostante il periodo della pandemia la tendenza a lasciare il nostro Paese è cresciuta negli ultimi anni.  "A partire - sottolinea il Presidente della Repubblica - sono principalmente i giovani  e tra essi giovani con alto livello di formazione  per motivi di studio e di lavoro” sottolinea Mattarella. Spesso non fanno ritorno, con conseguenze rilevanti sulla composizione sociale e culturale della nostra popolazione. Di qui l'invito ad una "adeguata riflessione sulle cause di questo fenomeno".

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Mattarella: bisogna programmare un futuro diverso

 

 "Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e le varie politiche adottate a livello europeo - prosegue il messaggio - rappresentano un punto di riferimento per provvedere a disegnare e programmare un futuro diverso, che risponda alle esigenze dei giovani e ne valorizzi capacità e competenze corrispondendo alle loro attese" continua il Capo dello Stato.  "L'Italia è un Paese accogliente che deve coltivare le ragioni e le modalità delle sue tradizioni. Tutelando e promuovendo gli italiani fuori dai confini nazionali e sostenendo quelli che desiderano tornare nel nostro Paese, per contribuire alla sua crescita recando la propria esperienza, e le proprie capacità", conclude Il Presidente della Repubblica.  

 

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