La pallavolista ventiduenne, che nella sua prima vita si chiamava Nicholas, si prepara al debutto nella serie C maschile. Ancora non è autorizzata a giocare con le donne. Per fare il grande salto dovrà sottoporsi a una lunga serie di test ormonali
Domani a scendere in campo nella partita di debutto della Serie C maschile di volley ci sarà Eleonora Pescarolo, 22 anni. Nella sua prima vita si chiamava Nicholas. Anche se il suo documento d’identità ormai è aggiornato, la sua iscrizione al campionato femminile è ancora subordinata a una serie di esami ormonali che dovranno attestare che il suo livello di testosterone nel sangue rientri nei parametri stabiliti dalla Federvolley.
Un percorso in salita
In un’intervista rilasciata a Libertà, quotidiano piacentino, Eleonora, nata a Codogno, ha raccontato la sua storia, fatta di grandi sfide, non solo in campo. A 14 anni scappa di casa. «I miei genitori non comprendevano chi ero», spiega. Nel 2020 il grande passo. L’intervento chirurgico per diventare donna, dopo 5 anni di terapia ormonale. Anche nello sport il suo cammino è stato puntellato da ostacoli: “persone disinformate che stigmatizzavano il mio percorso non sono mai mancate”, sottolinea. Le squadre in cui ha giocato però si sono sempre rese disponibili a concederle uno spogliatoio tutto suo.
Un nuovo inizio
Le cose col tempo si sono sistemate anche in casa. Adesso la famiglia è di nuovo unita. Sui suoi parenti dice: «hanno grandissima stima di me, sono fieri di quello che sono diventata». Eleonora non nasconde le difficoltà, ma, se potesse tornare indietro, non cambierebbe nulla. Tutto è servito a forgiarla. Anche nel suo curriculum da pallavolista non c’è un prima o dopo. Rivendica i successi messi a segno negli anni in cui la transizione non era compiuta: «Sono fierissima di quello che ho conquistato quando ancora ero nel corpo di Nicholas. Il mio passato mi ha dato modo di sviluppare le qualità sportive che ho adesso. Se non fosse mai esistito forse non avrei neanche iniziato a giocare a pallavolo».
Il sogno nel cassetto
Domani scenderà in campo con la maglia della Polisportiva San Nicolò contro il Circolo Inzani Isomec Green di Parma, assieme ai suoi compagni di squadra. La aspetta una nuova stagione di sacrifici e sudore. E anche quest’anno vivrà la contraddizione di trovarsi circondata da compagni di squadra uomini. “Per lo Stato italiano Nicholas ha smesso di esistere già due anni fa”, insiste. Nonostante il paradosso che vive sulla sua pelle, è concentrata sugli obiettivi del suo team: "Spero di dare alla mia squadra tutta la mia esperienza e determinazione", ha raccontato al giornale emiliano. Alla fine di ogni match, continua la sua battaglia quotidiana. Sogna di giocare in serie A femminile. “Aspetto la mia rivalsa anche in ambito sportivo», confessa. I risultati dei prossimi 12 esami ormonali mensili a cui si sottoporrà saranno decisivi per fare il grande salto e ricominciare da capo anche nello sport.
La storia di Tiffany
Anche se ogni storia è un caso a sé, la vicenda di Eleonora ha dei precedenti. In Italia il caso di Tifanny Pereira de Abreu, giocatrice transgender della Golem Software Volley Palmi, non era passato inosservato. Nonostante avesse ottenuto il nullaosta, il debutto della schiacciatrice brasiliana nella squadra femminile italiana scatenò le polemiche. La Federvolley su richiesta della Lega di Serie A di pallavolo femminile decise di monitorare la sua situazione con dei test ormonali.