Uccisa a Bologna, Gip convalida l'arresto dell'ex. “Voleva video ogni 10 minuti”

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Giovanni Padovani, arrestato in flagranza dalla polizia dopo aver ucciso a martellate l’ex compagna, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Intanto, la ministra della Giustizia Marta Cartabia ha chiesto degli accertamenti riguardo ai provvedimenti non presi dopo la denuncia fatta quasi un mese fa dalla vittima

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Si è tenuta nel pomeriggio l'autopsia sul corpo di Alessandra Matteuzzi, la donna di 56 anni uccisa martedì sera a Bologna dal suo ex compagno. L’uomo, il 27enne Giovanni Padovani, è comparso oggi davanti al gip e si è avvalso della facoltà di non rispondere. Per l'uomo è stato convalidato l'arresto ed è stata disposta la custodia cautelare in carcere: : “La personalità dell'indagato animato da un irrefrenabile delirio di gelosia e incapace di accettare con serenità il verificarsi di eventi avversi, come la cessazione di un un rapporto per di più caratterizzato da incontri sporadici", sono una "manifestazione di eccezionale pericolosità e assoluta incontrollabilità”, ha scritto il giudice. Intanto, la ministra della Giustizia Marta Cartabia ha chiesto degli accertamenti riguardo ai provvedimenti non presi dopo la denuncia per stalking fatta quasi un mese fa dalla vittima contro il suo assassino.

Cartabia chiede accertamenti sulla vicenda

Padovani è accusato di aver ucciso l’ex compagna a martellate. Alessandra Matteuzzi aveva presentato denuncia per stalking ai carabinieri il 29 luglio. Il suo omicidio è avvenuto la sera di martedì 23 agosto, quasi un mese dopo. In questo lasso di tempo non sono stati presi provvedimenti a carico dell'ex compagno o a protezione della donna: proprio per cercare di capire il perché, sono stati disposti gli approfondimenti. La ministra Cartabia ha chiesto agli uffici dell'Ispettorato di "svolgere con urgenza i necessari accertamenti preliminari, formulando, all'esito, valutazioni e proposte". L’obiettivo è cercare di capire se si poteva fare di più per prevenire l'ennesimo femminicidio, come sostiene la famiglia della vittima.

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Il procuratore di Bologna: “Non si può parlare di malagiustizia”

Secondo Giuseppe Amato, procuratore di Bologna, "in questa vicenda non si può affatto parlare di malagiustizia". "La denuncia è stata raccolta a fine luglio, il primo agosto è stata iscritta e subito sono state attivate le indagini che non potevano concludersi prima del 29 agosto perché alcune persone da sentire erano in ferie. Quello che potevamo fare lo abbiamo fatto", ha ricostruito al Gr1 Rai. Dalla denuncia, ha detto Amato, "non emergevano situazioni di rischio concreto di violenza, era la tipica condotta di stalkeraggio molesto".

“L’ex voleva un video ogni 10 minuti”

Intanto emergono, secondo quanto riporta l’Ansa, dettagli sulla denuncia presentata dalla donna: l’ex avrebbe richiesto alla donna un video ogni dieci minuti, da inviare su Whatsapp e dove fosse ben visibile l'orario e il luogo in cui si trovava. Questa è una delle richieste, esposte nella denuncia presentata il 29 luglio ai carabinieri, da Alessandra Matteuzzi. La richiesta era arrivata perché sospettava dei tradimenti: se Alessandra non rispondeva alle telefonate, raccontò ai carabinieri, o se il video tardava arrivavano scenate.

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L’omicidio

Invece Padovani, calciatore in serie minori, ha ucciso Matteuzzi, agente di commercio in uno showroom di moda. Martedì sera si è presentato in via dell'Arcoveggio con un martello, l'ha aspettata davanti casa e quando lei è scesa dalla macchina, mentre era al telefono con la sorella, l'ha massacrata di colpi. "Quello che è successo non è stato affatto un fulmine a ciel sereno, perché c'erano stati segnali precedenti, tanto è vero che c'era stata una denuncia. Il problema è nelle falle normative. Se viene sporta una denuncia per atti persecutori e nel contempo non c'è una protezione, continueranno i femminicidi", ha detto la cugina della vittima, l'avvocato modenese Sonia Bartolini.

“Percossa anche con una panca in ferro”

Giovanni Padovani avrebbe continuato a "percuotere la vittima giungendo finanche a prendere una panca in ferro battuto presente sotto l'atrio che scagliava più volte contro" la donna. È quanto emerge dai racconti dei testimoni contenuti nell'ordinanza con la quale il Gip del Tribunale di Bologna ha convalidato l'arresto e disposto il carcere per l'ex compagno della donna, Giovanni Padovani. Inoltre, sempre secondo quanto emerge dall’ordinanza, prima di partire da Senigallia per arrivare a Bologna, Giovanni Padovani avrebbe preparato "uno zainetto all'interno del quale metteva un martello, trovato sulle scale di casa, giustificando tale condotta con una presunta eventuale necessità di difesa. Entrato nel giardino condominiale toglieva il martello dallo zaino e lo appoggiava ad un albero". Martello con il quale Padovani avrebbe poi colpito l'ex compagna. 

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