Titolari e dipendenti della struttura sono accusati di maltrattamenti e abbandono di persona incapace, con l'aggravante di aver causato la morte di un ospite della struttura abusiva
Arresti domiciliari per 5 indagati, due titolari e tre dipendenti di una casa di riposo abusiva di Reggio Calabria. Dalle prime ore di questa mattina il Nas, con il supporto in fase esecutiva del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria, sta eseguendo l'ordinanza di misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale della città calabrese, su richiesta della locale Procura. Le accuse riguardano maltrattamenti e abbandono di persona incapace, con l'aggravante di aver causato la morte di un ospite di una casa di riposo abusiva.
Altre 7 persone denunciate
L'indagine ha permesso di denunciare altre 7 persone che sarebbero responsabili a vario titolo per i medesimi reati, esercizio abusivo professione sanitaria, sostituzione di persona e falsità ideologica.
L'inchiesta dei carabinieri dei Nas di Reggio Calabria è partita nel gennaio 2021 quando i familiari di un anziano con gravi patologie hanno denunciato l'episodio dopo il decesso del parente avvenuta dopo il trasferimento dello stesso dalla casa di riposo abusiva all'ospedale. Proprio per questo motivo, i reati contestati ai due titolari e ai tre dipendenti della struttura abusiva sono aggravati dall'aver causato la morte dell'ospite. L'indagine si è conclusa nel maggio 2021. La casa di riposo si trova al centro di Reggio Calabria.
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Quindici ospiti della casa di riposo maltrattati
Gli accertamenti investigativi avrebbero permesso di ricostruire, allo stato degli atti, che le titolari della struttura sottoposte agli arresti domiciliari, insieme ai dipendenti (3 sottoposti a misura cautelare e altri 6 deferiti in stato di libertà), avrebbero maltrattato 15 ospiti della casa di riposo, tutti affetti da gravi patologie e non autosufficienti, con plurimi atti vessatori che sarebbero consistiti nel somministrare scarse quantità di cibo, anche scaduto e mal conservato, tali da cagionare deperimento e malnutrizione; nel tenere gli ospiti senza riscaldamento e acqua calda in ambienti privi di abbattimento delle bnarriere architettoniche; nel somministrare arbitrariamente medicinali, senza consulto medico, e psicofarmaci, tra cui l’Entumin, per rendere ‘gestibili’ e sedare gli ospiti, tanto che agli indagati viene contestato anche l’esercizio abusivo della professione sanitaria; nell’omettere le normali pratiche di igiene personale e degli ambienti, in quanto gli anziani sarebbero stati abbandonati e chiusi nelle stanze per cui, in alcuni casi, sono stati costretti ad espletare i propri bisogni su se stessi e sul letto dove dormivano, provocando l’aggravamento delle patologie già in essere e cagionando in alcuni casi anche la scabbia.