Parma, studenti imbrattano il muro di feci e la maestra li rimprovera: condannata

Cronaca

Denunciata dalle famiglie per aver insultato e strattonato i bambini, l’insegnante è finita a processo con l’accusa di “abuso dei mezzi di correzione” ed è stata condannata a un anno e 20 giorni. Dura la reazione dei sindacati

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Il pm aveva chiesto l’assoluzione. Il giudice l’ha condannata a un anno e 20 giorni. Stiamo parlando di una supplente di una scuola elementare, accusata di “abuso dei mezzi di correzione”.

Accade a Parma dove un gruppo di studenti maschi imbratta con le feci i bagni di una scuola elementare. La maestra li rimprovera, ma proprio per averli sgridati viene denunciata da alcuni genitori e finisce sotto processo per “abuso dei mezzi di correzione”. Ora a quattro anni da quell’episodio il giudice del Tribunale di Parma ha condannato la maestra a un anno e venti giorni con il beneficio della sospensione condizionale della pena. Non solo, oltre a pagare i propri avvocati, la donna dovrà coprire anche le spese processuali, come riporta il Corriere della Sera.

L’ episodio

Tutto accade quattro anni fa nella primaria dell’istituto comprensivo di Fornovo Taro (Parma). Una maestra di 60 anni viene chiamata come supplente in una quinta elementare, come racconta anche Repubblica. Un giorno, verso la tarda mattinata, una bidella entra in classe per sgridare gli studenti perché qualcuno ha imbrattato i muri del bagno con delle feci. I bambini vengono rimproverati ma non reagiscono. Anzi si alzano per ritornare in bagno. Anche il richiamo dell’insegnante, che minaccia di rivolgersi al dirigente scolastico, non ha alcun effetto. Anzi, i bambini, tornati a casa dai genitori, in lacrime raccontano di essere stati ricoperti di insulti. Uno di loro addirittura di essere stato strattonato. Da quel momento parte la vicenda giudiziaria che porterà alla condanna della maestra.

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La reazione del mondo della scuola

Nel corso del processo, la difesa dell’insegnante aveva chiesto l’assoluzione sottolineando le numerose contraddittorietà nelle testimonianze dei ragazzi. Anche il pm aveva chiesto l’assoluzione della maestra “perché il fatto non sussiste”. Ma il giudice ha ritenuto che l’insegnante avesse esagerato nel riprendere gli alunni. Da qui la sentenza di condanna per abuso di mezzi di correzione.

Immediata la reazione dei sindacati. Il sindacato Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza difende la supplente parlando di sconfitta educativa dato che la maestra si è comportata “semplicemente come ogni adulto di buon senso avrebbe fatto". Il sindacato auspica inoltre che “la maestra scelga di ricorrere nei successivi gradi di giudizio”.

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