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Donna denuncia marito: "Costretta a indossare velo". Il pm: "Rientra in loro cultura"

Cronaca

La vicenda riguarda una coppia di origine marocchina, che vive in Italia. Il pm nella richiesta di archiviazione della denuncia per maltrattamenti: "La condotta di costringerla a tenere il velo integrale rientra, pur non condivisibile in ottica occidentale, nel quadro culturale dei soggetti interessati”. L'avvocato della 33enne: "Spero gip ribalti la situazione, donne straniere e donne italiane hanno gli stessi diritti"

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“Il rapporto di coppia è stato influenzato da forti influenze religiose-culturali alla quale la donna non sembra avere la forza o la volontà di ribellarsi”. È un passaggio dell’ordinanza con la quale un pm di Perugia ha richiesto l'archiviazione del fascicolo a carico di un uomo di 39 anni, di origini marocchine, denunciato alla polizia dalla moglie, connazionale di 33 anni, per maltrattamenti in famiglia e per alcune costrizioni tra cui quella di essere costretta a indossare il velo islamico. La storia è raccontata dal quotidiano Il Mattino.

I motivi della richiesta di archiviazione

 “Le evidenze emerse a seguito delle attività d'indagine - si legge ancora nella richiesta di archiviazione del sostituto procuratore Franco Bettini - non consentono di ritenere configurabile o sostenibile in termini probatori il reato rubricato. Dalle dichiarazioni rese, la donna non sarebbe mai stata minacciata di morte, né avrebbe subìto aggressioni fisiche tali da costringerla alle cure sanitarie”. Nell’ordinanza infine il magistrato scrive che “la condotta di costringerla a tenere il velo integrale rientra, pur non condivisibile in ottica occidentale, nel quadro culturale dei soggetti interessati”.

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La denuncia della donna

La donna, dopo aver vissuto in Umbria col marito e i due figli, aveva trovato ospitalità in una casa famiglia a Napoli. In una denuncia presentata proprio in un commissariato di polizia di Napoli aveva raccontato: “Da quando siamo arrivati in Italia, oltre ad impormi il velo integrale, quando usciva mio marito mi chiudeva in casa portando con sé le chiavi. Potevo uscire solo se mi sentivo male, per andare in ospedale. Solo in un'occasione mi ha aggredito fisicamente, colpendomi al volto con uno schiaffo. Fu poche ore dopo aver partorito mia figlia, appena rientrata dall'ospedale: pretese alle 4,30 del mattino che gli preparassi la colazione; non lo feci e lui mi diede uno schiaffone, in seguito al quale io svenni”.

L'avvocato: "Donne straniere hanno stessi diritti di donne italiane"  

La 33enne ha anche accusato il marito di averle sequestrato i documenti suoi e dei suoi figli. L’avvocato Gennaro De Falco, che assiste la donna, ha presentato ricorso contro la richiesta di archiviazione. “Ovviamente - ha dichiarato al Mattino - sono molto fiducioso che il gip ribalti la decisione del pm. Le donne straniere devono avere gli stessi diritti e le stesse tutele di cui godono quelle italiane, al di là delle convinzioni religiose dei loro mariti”.

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