Maturità 2022, addio alle prove scritte? I sindacati dicono no

Cronaca
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Tra chi spera in un ritorno all’esame classico, composto da due scritti e un orale, e chi invece vorrebbe mantenere la formula del maxi-orale come nel 2021, il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi prende tempo. La questione principale è capire come evolverà la situazione sanitaria nei prossimi mesi

La questione del prossimo esame di maturità è già sul tavolo, ma il ministro Bianchi per ora prende tempo. Tutto ruota intorno alla forma da far prendere alla prova e la scelta è tra il “maxi-orale” come quest’anno, un ritorno all’epoca pre-Covid o una forma mista. Le ragioni di chi vorrebbe tornare all’esame classico, composto da due scritti e un orale (come era stato riformato appena prima che scoppiasse la pandemia), portano a supporto lo sforzo per il ritorno in presenza di quest’anno. C’è chi inoltre crede la soluzione del maxi-orale faciliti troppo gli studenti. D’altra parte, alcuni fanno notare che i maturandi 2022 sono studenti che hanno passato tre anni di scuola in pandemia, tra Dad e difficoltà varie: per questo sarebbe opportuno dare anche a loro la possibilità di concludere il percorso con un esame più leggero. Senza contare che non si sa come evolverà la situazione sanitaria nei prossimi mesi.

Il ministro Bianchi prende tempo

Il titolare del dicastero di viale Trastevere, nei giorni scorsi, rispondendo a chi gli poneva il quesito sull'esame di stato, ha preso tempo. "Sulla maturità stiamo lavorando. Fin quando non saremo usciti totalmente dal Covid dobbiamo mettere i nostri ragazzi in sicurezza. Il giudizio di quanto fatto lo scorso anno è buono. I ragazzi non hanno fatto tesine raffazzonate ma hanno colto questo momento di riflessione anche sulla loro condizione degli ultimi due anni", ha sostenuto. Lo scorso anno l'esame era composto da un elaborato assegnato dal Consiglio di classe allo studente e riguardante una disciplina caratterizzante l'indirizzo di studi e dal maxi-orale in presenza, diviso in quattro fasi. Tra queste vi era la lettura e l’analisi di un testo di letteratura italiana contenuto nel programma dell’anno e una seconda fase con l’approfondimento di un argomento legato all’indirizzo di studio. L’orale era “ritagliato” sulla falsa riga delle due prove scritte della maturità pre-Covid. Ma oltre all’opportunità di modificare in questo senso anche l’esame del 2022, in molti chiedono infatti una riforma stabile e strutturale dell’esame, cosa che però non sembra essere tra le priorità di viale Trastevere.

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I sindacati contro il maxi-orale

L'ipotesi di eliminare le prove scritte, in particolare il tema di italiano, non piace a molti. "Eliminare la prova scritta all'esame di Stato sarebbe un errore imperdonabile, significherebbe convincere i ragazzi che non sono più in grado di affrontare questa prova, che la pandemia ha portato via loro le capacità, le competenze, le opportunità", ragiona Elvira Serafini che guida lo Snals. Non dissimile il pensiero di Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl Scuola: "La capacità di scrivere riflette la capacità di pensare e aiuta a rafforzarla. Capacità di pensare liberamente e criticamente, come presupposto all'esercizio di una cittadinanza consapevole e come antidoto alla superficialità dilagante". Anche la Cgil scende in campo. "Sarebbe un errore accogliere la proposta di abolire la prova scritta di lingua italiana nell'esame di Stato, pur avvertendo il disagio di centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi, creato soprattutto da tanti mesi di didattica a distanza", concordano il segretario generale della Flc Cgil, Francesco Sinopoli e il presidente dell'associazione professionale Proteo Fare Sapere, Dario Missaglia.

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Una petizione contro gli scritti

Più possibilisti sono i dirigenti scolastici. "È presto per esprimersi: bisogna capire come andrà l'anno scolastico e prendere decisioni dopo Natale. Non sarei per integralismi dall'una o dall'altra parte, per me è sbagliato parlare in modo perentorio della necessità di prevedere a giugno lo scritto a tutti i costi, valutiamo", dice la presidente di Anp Lazio, Cristina Costarelli. Secondo Pino Turi della Uil scuola, "per una questione di equità ed evitare discriminazioni, bisogna lasciare l'esame come negli ultimi due anni e fare una riforma per il futuro". È stata lanciata anche una petizione per eliminare le prove scritte anche al prossimo esame di maturità: ha raggiunto già oltre 40mila firme ed è stata inviata al ministro dell'Istruzione Bianchi.

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