Infortuni sul lavoro in pausa caffè, Cassazione: A rischio e pericolo del lavoratore

Cronaca

La sezione Lavoro della Cassazione ha dato, così, torto a un’impiegata che nel luglio 2010 si era infortunata a un polso cadendo, mentre tornava in ufficio da un vicino bar dove aveva preso il caffè con due colleghe. Durante l'iter giudiziario l’Inail si era rivolto alla Cassazione, sostenendo che non possono essere ravvisati “i caratteri del necessario bisogno fisiologico del lavoratore"

Niente indennizzo per malattia nè riconoscimento di invalidità per i lavoratori ai quali capita un infortunio mentre consumano il "rito" della pausa caffè in orario di servizio, anche se hanno il permesso del capo per andare al bar all'esterno dell'ufficio sguarnito di un punto ristoro. A stabilirlo è la Cassazione che ha accolto il ricorso
dell'Inail contro indennizzo e invalidità del 10% in favore di una impiegata della Procura di Firenze che si era rotta il polso cadendo per strada mentre, autorizzata, era uscita per un caffè. Per gli ermellini, la "tazzina" non è una esigenza impellente e
legata al lavoro ma una libera scelta.

"Nessuna impellenza"

Non rientra nei caratteri dell’infortunio sul lavoro,dunque, una caduta durante la pausa caffe all’esterno dell’ufficio. Nessun diritto all’indennizzo. La sezione Lavoro della Cassazione ha dato, così torto a un’impiegata che nel luglio 2010, in servizio presso la procura della Repubblica di Firenze, si era infortunata a un polso cadendo, mentre tornava in ufficio da un vicino bar dove aveva preso il caffè con due colleghe. La Suprema Corte ha accolto il ricorso presentato dall’Inail e, decidendo nel merito, ha respinto le richieste della donna. Il tribunale e la Corte d’appello di Firenze, invece, avevano accolto il ricorso della lavoratrice, osservando che la pausa “era stata autorizzata dal datore di lavoro” e che “era assente il servizio bar all’interno dell’ufficio”. L’Inail, dunque, si era rivolto alla Cassazione, sostenendo che non possono essere ravvisati “nell’esigenza, pur apprezzabile, di prendere un caffè” i caratteri del “necessario bisogno fisiologico che avrebbero consentito di mantenere la stretta connessione con l’attività lavorativa”.

Iniziativa sindacale della Cisl di Napoli nella giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro con l'esposizione su un marciapiede di 27 caschi gialli, lo stesso numero di morti sul lavoro registato nella provincia partenopea nel 2017, 27 aprile 2018. ANSA / CIRO FUSCO

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