Covid, Papa Francesco: "In nome di Dio chiedo: date i vaccini, condonate i debiti"

Cronaca
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Il Pontefice ha parlato dei Paesi più poveri e della situazione della pandemia in un messaggio all'incontro dei Movimenti Popolari. "Ai grandi laboratori, che liberalizzino i brevetti. Compiano un gesto di umanità - ha detto - e permettano che ogni Paese, ogni popolo, ogni essere umano, abbia accesso al vaccino"

"A tutti voglio chiedere in nome di Dio. Ai grandi laboratori, che liberalizzino i brevetti. Compiano un gesto di umanità e permettano che ogni Paese, ogni popolo, ogni essere umano, abbia accesso al vaccino". Sono queste le parole di Papa Francesco in un messaggio all'incontro dei Movimenti Popolari. Il Pontefice ha lanciato un appello anche "ai gruppi finanziari e agli organismi internazionali di credito di permettere ai Paesi poveri di garantire i bisogni primari della loro gente e di condonare quei debiti" fatti contro gli interessi dei popoli.

"Serve salario universale"

Bergoglio ritiene che bisogna cambiare "i nostri modelli socio-economici, affinché abbiano un volto umano, perché tanti modelli lo hanno perso". Per cambiare il modello economico occorrerebbe introdurre "il salario universale e la riduzione della giornata lavorativa", ha detto il Papa nel videomessaggio. "Un reddito minino o salario universale, affinché ogni persona in questo mondo possa accedere ai beni più elementari della vita", è la sua proposta, ed "è compito dei governi stabilire schemi fiscali e redistributivi affinché la ricchezza di una parte sia condivisa con equità". Il Pontefice ha chiesto poi di "lavorare meno affinché più gente abbia accesso al mercato del lavoro". Queste sarebbero le "misure necessarie" ma "non sufficienti".

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"Tornare agli schemi precedenti sarebbe suicida"

I cambiamenti legati alla pandemia, secondo Bergoglio, dovrebbero spingere a non tornare agli schemi del passato. Facendo riferimento all'ultimo incontro con i Movimenti Popolari di sei anni fa, il Papa ha sottolineato: "In questo tempo sono successe molte cose, tante sono cambiate. Si tratta di cambiamenti che segnano punti di non ritorno, punti di svolta, crocevia in cui l'umanità è chiamata a scegliere". Occorre che "il mondo intero" trovi "momenti per riflettere, discernere e scegliere. Perché ritornare agli schemi precedenti sarebbe davvero suicida e, se mi consentite di forzare un po' le parole, ecocida e genocida".

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"Governi siano al servizio del popolo"

Il Papa ha chiamato in causa tutti coloro che possono cambiare il sistema economico, dalle grandi compagnie estrattive, minerarie, petrolifere, forestali, immobiliari, agroalimentari, a cui ha chiesto "di smettere di distruggere i boschi, le aree umide e le montagne, di smettere d'inquinare i fiumi e i mari, di smettere d'intossicare i popoli e gli alimenti.", fino alle grandi compagnie alimentari, l'industria tecnologica e anche della comunicazione. "Voglio chiedere, in nome di Dio, alle grandi compagnie alimentari - ha proseguito il Papa - di smettere d'imporre strutture monopolistiche di produzione e distribuzione che gonfiano i prezzi e finiscono col tenersi il pane dell'affamato. Voglio chiedere, in nome di Dio, ai fabbricanti e ai trafficanti di armi di cessare totalmente la loro attività, che fomenta la violenza e la guerra". Poi l'affondo anche contro le big-tech: "Voglio chiedere, in nome di Dio, ai giganti della tecnologia di smettere di sfruttare la fragilità umana, le vulnerabilità delle persone, per ottenere guadagni, senza considerare come aumentano i discorsi di odio, il grooming, adescamento di minori in internet, le fake news, notizie false, le teorie cospirative, la manipolazione politica. Voglio chiedere, in nome di Dio, ai giganti delle telecomunicazioni di liberalizzare l'accesso ai contenuti educativi e l'interscambio con i maestri attraverso internet, affinché i bambini poveri possano ricevere un'educazione in contesti di quarantena". Il Papa si rivolge anche al mondo della comunicazione: "Voglio chiedere, in nome di Dio, ai mezzi di comunicazione di porre fine alla logica della post-verità, alla disinformazione, alla diffamazione, alla calunnia e a quell'attrazione malata per lo scandalo e il torbido; che cerchino di contribuire alla fraternità umana e all'empatia con le persone più ferite". Il Pontefice chiede di porre fine alle "aggressioni, i blocchi e le sanzioni unilaterali contro qualsiasi Paese in qualsiasi parte della terra. No al neocolonialismo. I conflitti si devono risolvere in istanze multilaterali come le Nazioni Unite". "Questo sistema, con la sua logica implacabile del guadagno, sta sfuggendo a ogni controllo umano. È ora di frenare la locomotiva, una locomotiva fuori controllo che ci sta portando verso l'abisso. Siamo ancora in tempo", è l'appello di Papa Francesco. Ai governi infine il Papa chiede che "siano al servizio dei popoli che chiedono terra, casa, lavoro e una vita buona".

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