Il leader indipendentista catalano ritorna in libertà e può lasciare l’isola. Se non tornerà il 4 ottobre per l'udienza sull'eventuale estradizione in Spagna, la vicenda sarà chiusa per l'Italia con il non luogo a procedere. Secondo la giudice della Corte d'Appello di Sassari, l'arresto non è illegale ma non c'è motivo di applicare la misura cautelare. Puigdemont in serata ha raggiunto Alghero da Sassari: “La Spagna non perde occasione per dimostrarsi ridicola”, ha detto
Carles Puigdemont è tornato libero, senza alcuna misura cautelare. Arrestato giovedì sera all'aeroporto di Alghero, appena sbarcato da un volo dal Belgio, l'ex presidente della Catalogna ha passato la notte nel carcere di Bancali a Sassari, dove ieri ha assistito all'udienza di convalida dell'arresto avvenuto su mandato internazionale chiesto dalla magistratura spagnola. Ma la Corte d'Appello di Sassari ha deciso per la scarcerazione senza alcuna restrizione: il leader catalano è quindi libero anche di lasciare l'Italia, nonostante l'udienza per decidere l'estradizione in Spagna sia stata fissata per il 4 ottobre. Nel caso non si presentasse e non fosse nemmeno su territorio italiano, come probabile, la corte dovrà archiviare il caso con un non luogo a procedere.
Puigdemont attacca la Spagna
"La Spagna non perde occasione per mostrarsi ridicola", ha twittato Puigdemont appena uscito dal carcere. Accolto dall'ovazione di un centinaio di sostenitori sardi e indipendentisti catalani che si trovano in Sardegna per lo stesso evento che lo ha portato sull'isola, la festa internazionale della cultura popolare catalana Adifolk, l'ex presidente non ha rilasciato dichiarazioni e si è limitato a un cenno di saluto prima di salire in macchina con il presidente della Regione, Christian Solinas, e il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, diretti ad Alghero. Si è quindi unito ai festeggiamenti per l'evento organizzato dall'Adifolk e dedicato al folklore tradizionale catalano. In serata ha scritto ancora su Twitter: "Molte grazie a tutti colori che si sono preoccupati per me e mi hanno sostenuto in queste ultime ore. La lotta non si ferma”.
La conferenza stampa di Puigdemont
In una conferenza stampa dopo la scarcerazione, Puigdemont ha aggiunto: "Noi abbiamo ragione e abbiamo il diritto di chiedere alle istituzioni europee, alla Corte europea di Giustizia in particolare, di tutelare i nostri diritti. Non soltanto perché siamo membri del Parlamento europeo, ma perché siamo cittadini europei". "Continuerò a viaggiare, sono state ore difficili ma questo intento di fermarmi non vincerà. La lotta per la libertà continua e continuerà", ha continuato l'ex presidente della Catalogna annunciando che lunedì tornerà in Belgio. "Vogliamo un'Europa in cui la libertà d'espressione e il diritto all'autodeterminazione siano dei pilastri fondamentali. In meno di 24 ore il tribunale di Sassari ha confermato che noi abbiamo ragione e che ha torto la Spagna, che non rispetta i diritti politici", ha denunciato l'ex presidente catalano.
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Cosa hanno deciso i giudici
Pur ritenendo legale l'arresto del leader che portò la Catalogna al controverso referendum sull'indipendenza dell'1 ottobre 2017, la giudice della Corte d'Appello di Sassari, Plinia Azzena, ha stabilito che non c'è ragione di applicare alcuna misura cautelare, accogliendo la richiesta in tal senso della procuratrice generale Gabriella Pintus. In un'intricatissima vicenda giudiziaria, oltre che politica, la Spagna continua però a invocarne l'estradizione per i reati di "eversione" e "malversazione di fondi pubblici" di cui accusa l'ex presidente della Generalitat per aver organizzato quel referendum, che Madrid aveva negato, segnato anche dalle violenze della polizia spagnola. "È evidente che Carles Puigdemont deve presentarsi e mettersi a disposizione della giustizia", aveva affermato ieri il premier spagnolo Pedro Sánchez.
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La vicenda giudiziaria
La vicenda resta un grattacapo giudiziario perché nel frattempo Puigdemont è stato eletto, nel 2019, al Parlamento europeo, ma lo scorso marzo lo stesso parlamento ha revocato l'immunità parlamentare a lui e ad altri due indipendentisti catalani. Revoca confermata dal Tribunale di Lussemburgo il 30 luglio scorso con un'ordinanza che lasciava però intendere come il mandato d'arresto europeo non avrebbe potuto essere eseguito da altri Stati membri, tanto che il leader catalano la scorsa estate ha passato diverso tempo in Francia al confine con la Catalogna. Ma il Tribunale supremo spagnolo considera il mandato d'arresto tuttora "in vigore", spiegando che "non è mai stato annullato". Questione che sembra ora tornata al punto di partenza con Puigdemont libero di lasciare l'Italia, rientrare in Belgio, andare e venire per l'Europa. La Commissione europea mantiene intanto la stessa neutralità: "E' una questione che riguarda le autorità giudiziarie e noi rispettiamo la loro indipendenza", ha detto un portavoce della Commissione.