
Scuola, allarme Cisl: "Migliaia di supplenti rinunciano". Tante cattedre vuote al Nord
Secondo il sindacato, sono 2mila i docenti che hanno rinunciato alla supplenza a Milano, mille quelli a Torino. Ma la situazione è preoccupante anche a Brescia e Firenze. Problemi non solo al Settentrione: si attende personale anche nella città metropolitana di Roma

Sono tantissime le rinunce da parte dei supplenti al Nord: 2mila nella sola Milano, mille a Torino, 480 a Brescia, e a Firenze circa 500 rinunce di posti Ata. A raccogliere e diffondere questi dati è la Cisl Scuola, che ha lanciato l’allarme all'inizio dell'anno scolastico
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"La procedura informatizzata per la domanda ha facilitato le candidature, oltre 450mila, ma poi molti si sono ritirati, soprattutto al Nord, e questo sta mandando in crisi alcune scuole", afferma Maddalena Gissi, segretaria generale di Cisl Scuola
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Questo perché "forse la sede di destinazione per loro non è facilmente raggiungibile, o in generale l'insegnamento risulta di scarsa attrattività in certe aree. Dal Centro in giù non succede". Fra le novità positive il sindacato evidenzia l'immissione in ruolo di 60mila unità di cui 12mila insegnanti di sostegno
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Ciò che manca, invece, sono "i candidati nelle Gps, le graduatorie provinciali, del Nord dove le università hanno chiuso le specializzazioni in sostegno limitandole a numeri risibili. Sono già esaurite le graduatorie a Venezia e in molte province dell'Emilia Romagna"

Così "non si coprono scuole di infanzia e primarie e si deve procedere con la messa a disposizione", afferma Maddalena Gissi, che aggiunge: "In Calabria, Sicilia e Campania le graduatorie invece sono infinite. Serve una migliore programmazione nelle università per il settore scuola"

Per cui, secondo la segretaria di Cisl Scuola, se non si mette mano alla questione "il problema si riproporrà a settembre e per i prossimi dieci anni. Sommato a quello delle classi numerose, che in media hanno oggi 25-26 alunni"

Il problema delle cattedre vuote non è però esclusiva del Nord, al suono della campanella nel Lazio mancavano all’appello circa 2.800 docenti, di cui 1.600 tra Roma e provincia

A riferirlo sono i dirigenti scolastici alle prese con la composizione delle classi e delle lezioni: "Ci auguriamo che a breve questo numero possa azzerarsi per dare un avvio completo alla scuola e superare una criticità che non dà continuità e stabilità alla didattica", dice Mario Rusconi, al vertice dell’Associazione dei presidi (Anp) di Roma

Le criticità maggiori si riscontrano nella Città metropolitana, dove si attendono anche 700 unità tra personale Ata (ausiliario, tecnico e amministrativo). Numero di cattedre vuote cresciuto anche in seguito ad un conteggio degli assenti: tra rinunce, sostituzioni per mancanza di green pass ed errori in graduatoria

"Sul fronte del precariato non si sono fatti grandi passi avanti: ben che vada, i posti coperti dai supplenti saranno 150mila, decisamente ancora troppi", aveva detto Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, in occasione dell'avvio dell'anno scolastico

"Una situazione - ha spiegato il leader della Gilda - figlia della mancanza di sistemi di reclutamento e di abilitazione in grado di snellire le procedure e di rendere i concorsi appuntamenti fissi ogni due anni. La farraginosità dei meccanismi, infatti, ha finora alimentato quella fabbrica del precariato che tanto nuoce alla qualità dell'insegnamento e alla continuità didattica"

Inoltre – ricorda la Gilda – questo nuovo anno scolastico i docenti l’hanno iniziato con un contratto di lavoro scaduto, il cui ultimo rinnovo risale al triennio 2016-2018 e che, dunque, arriverà al capolinea il prossimo 31 dicembre senza che al momento si intraveda alcuna possibilità di una rivalutazione degli stipendi degli insegnanti