In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Luana D'Orazio, la procura: l'orditoio "gemello" di quello dell'incidente era manipolato

Cronaca
©IPA/Fotogramma

Secondo quanto accertato dagli inquirenti, un macchinario presente nella ditta, identico a quello in cui ha perso la vita la giovane operaia,  aveva i sistemi di sicurezza manipolati. Nei prossimi giorni sarà esaminato anche l'altro. Si indaga inoltre sulla mansione per cui era stata assunta

Condividi:

Il macchinario "gemello" di quello in cui morì Luana D'Orazio aveva i sistemi di sicurezza manipolati. Lo si apprende da fonti della procura di Prato dopo un accertamento del suo consulente tecnico su un orditoio presente nella ditta uguale a quello in cui ha perso la vita la 22enne il 4 maggio scorso. Per la morte di Luana D'Orazio sono due le persone iscritte sul registro degli indagati: L. C., 58 anni, titolare dell'orditura dove è avvenuto l’incidente e M. C., 59 anni, addetto alla manutenzione del macchinario.

Gli accertamenti della procura

Dopo l'incidente gli inquirenti hanno sequestrato due orditoi nella ditta - quello in cui Luana è stata trascinata e un altro, di fronte - per fare una comparazione sui due macchinari. Ieri il consulente del pm ha iniziato l'accertamento dall'orditoio gemello trovando, appunto, le "sicurezze" manipolate. Nei prossimi giorni sarà esaminato il macchinario dov'è morta la giovane operaia.

La ricostruzione

Gli accertamenti tecnici si stanno concentrando sulla valutazione del funzionamento dei dispositivi di sicurezza dell'orditoio, in cui è rimasta incastrata l’operaia. L’orditoio è una specie di rullo che serve a comporre tessuti. Nella ditta toscana ce n’erano due. È in corso di valutazione anche il funzionamento o meno di una fotocellula di sicurezza. Secondo quanto ricostruito, Luana D'Orazio, che lavorava da circa un anno nell’azienda tessile, sarebbe rimasta impigliata nel rullo del macchinario a cui stava lavorando, venendo poi risucchiata. Accanto a lei c'era un collega girato di spalle, che ha riferito di "non aver udito grida di aiuto”. Pare che nessuno dei suoi colleghi abbia sentito nulla e si siano accorti dell’incidente quando non c’era più nulla da fare.

leggi anche

Morte sul lavoro a Prato: chi era Luana D'Orazio

Si indaga anche su contratto di assunzione

 

Le indagini sulla morte sul lavoro di Luana D'Orazio da parte della Procura di Prato, oltre che sulla eventuale manomissione dell'orditoio dove lo scorso 10 maggio è

accaduta la tragedia, riguardano anche il tipo di contratto con la quale era stata assunta la giovane operaia dalla ditta tessile di Oste di Montemurlo nella quale lavorava. Sembra infatti da un primo esame delle carte che Luana fosse stata assunta con semplici mansioni di catalogazione e che dunque non avrebbe potuto lavorare ai macchinari presenti nella fabbrica e dunque neppure all'orditoio. Su questo aspetto sono attualmente in corso ulteriori accertamenti.