Il ricercato è stato rintracciato dai Carabinieri all'interno di una clinica nella Capitale del Portogallo: era in cura per il Covid. Era ricercato dalle autorità italiane dal giugno del 2019 per associazione per delinquere di tipo mafioso e omicidio
Dopo quasi due anni, la latitanza di Francesco Pelle si è conclusa oggi a Lisbona, in Portogallo. I carabinieri lo hanno individuato stanotte in una clinica dove era in cura perché positivo al coronavirus. Il blitz è scattato stamattina e adesso il boss della 'ndrangheta di San Luca, conosciuto con il soprannome di "Ciccio Pakistan", si trova piantonato nell'Hospital de Sao José di Lisbona, dove è ricoverato per le conseguenze del Covid.
Sono state le indagini dei carabinieri del Reparto operativo di Reggio Calabria, del Gruppo di Locri e della Compagnia di Bianco ad indirizzare gli agenti dell'Unità nazionale contro il terrorismo (Unct) della polizia portoghese sul luogo dove il boss si trovava consentendo loro di bloccare il latitante il cui nome era inserito nell'elenco dei ricercati più pericolosi d'Italia.
Pelle deve scontare una condanna all'ergastolo per la "strage di Natale" del 24 dicembre 2006, quando fu uccisa Maria Strangio, la moglie del boss Giovanni Luca Nirta, capo della cosca contrapposta in quella che è diventata tristemente famosa come la faida di San Luca. Quell'agguato - in cui 4 persone, compreso un bambino, rimasero feriti - fu la risposta all'attentato in cui, ad Africo, il 31 luglio 2006, "Ciccio Pakistan" fu ferito alla schiena da un colpo di fucile sparatogli mentre si trovava sul terrazzo di casa con in braccio il suo primogenito appena nato. Il bambino rimase illeso, ma il proiettile lesionò la spina dorsale di Pelle costringendolo da allora sulla sedia a rotelle. La disabilità, tuttavia, non ha impedito a Pelle, che oggi ha 43 anni, di ritagliarsi un ruolo di primo piano nella faida di San Luca. La vendetta dei Nirta-Strangio alla strage di Natale arrivò 8 mesi più tardi, a Ferragosto 2007 e lontano dalla Calabria. Le armi spararono a Duisburg, in Germania, uccidendo sei persone ritenute vicine alla cosca Pelle-Vottari in quello che fu l'epilogo e, al tempo stesso, la fine della faida.