Uccisa a Faenza, arrestati l'ex marito e un suo conoscente

Cronaca

L'omicidio di Ilenia Fabbri, 46 anni, risale allo scorso 6 febbraio. I due uomini sono ritenuti rispettivamente mandante ed esecutore materiale del delitto

Due persone sono state arrestate nella notte tra il 2 e il 3 marzo per l'omicidio di Ilenia Fabbri, la 46enne sgozzata il 6 febbraio nel suo appartamento di Faenza, in provincia di Ravenna. Si tratta dell'ex marito, Claudio Nanni, e di un suo conoscente, Pierluigi Barbieri, ritenuti dagli inquirenti rispettivamente mandante ed esecutore materiale del delitto e raggiunti da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del tribunale di Ravenna su richiesta dei pm Daniele Barberini e Angela Scorza sulla base delle indagini della squadra mobile di Ravenna e dello Sco.  Il movente dell'omicidio è da far risalire per gli inquirenti al "profondo astio" che l'ex marito provava nei confronti della donna "a causa delle sue pretese economiche" conseguenti alla separazione del 2018 e ancora pendenti. L'inchiesta di Procura e polizia, che ha portato a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, ha permesso di acquisire "gravi elementi indiziari" nei confronti dell'uomo e di Barbieri.

Le testimonianze contro il marito

"Conosci qualcuno che possa fare del male a mia moglie?": questo, secondo quanto riferito da una testimone agli inquirenti, è quanto nel 2019 le avrebbe chiesto Claudio Nanni, il 53enne ex marito di Ilenia Fabbri. Non è la sola testimonianza di questo tipo: poco dopo l'omicidio, un'altra donna, pure lei in passato legata all'indagato, ha riferito in commissariato che l'uomo un paio di volte, uscendo da incontri con l'avvocato civilista, si sarebbe lasciato andare a sfoghi contro la ex moglie: se continua così, prima o poi mando qualcuno "a farle la festa", avrebbe detto. Ci sono inoltre a verbale diverse altre testimonianze secondo le quali l'indagato, almeno dal 2018, direttamente o indirettamente, avrebbe minacciato la ex di morte. Sul punto, una persona di fiducia della defunta ha raccontato agli investigatori che, poco prima dell'ultimo Natale, la 46enne le aveva confidato di avere paura perché si sentiva minacciata e di volere per questo fare testamento a favore della figlia Arianna.

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Il presunto killer era appena uscito di prigione

Il secondo arrestato per l'omicidio è il 51enne Pierluigi Barbieri, alias 'lo Zingaro', originario di Cervia (Ravenna) ma residente a Reggio Emilia e ora portato in carcere a Rimini in attesa dell'interrogatorio di garanzia davanti al Gip del Tribunale di Ravenna. Lui e l'ex marito della vittima si conoscevano da tempo condividendo la passione per le moto. Barbieri era uscito dal carcere il 10 agosto scorso dopo un arresto di aprile assieme ad altre tre persone conseguente a una rapina del febbraio 2020 con lesioni aggravate ed estorsione, nel contesto di una spedizione punitiva a un 52enne di Predappio (Forlì-Cesena) peraltro disabile. Dopo il suo ritorno in libertà, Barbieri aveva di nuovo preso contatti con Nanni: un paio di volte una telecamera del distributore vicino all'officina di quest'ultimo, li aveva immortalati assieme a gennaio. Inoltre alle 5.15 del giorno del delitto, l'auto di Barbieri è stata ripresa nella zona dell'omicidio.

La dinamica dell'omicidio

Secondo gli inquirenti, il  killer, una volta entrato in casa della Fabbri, si è subito diretto nella camera da letto, segno che conosceva bene l'abitazione.  La vittima non lo aveva mai visto quell'uomo alto, corpulento, a cui ha urlato "Chi sei? Cosa vuoi" prima di essere ammazzata, cpme riportato dalla testimonianza dell'amica della figlia Arianna, ospite casuale quella notte. Una descrizione secondo gli investigatori del tutto somigliante alla figura del Barbieri. 

L'alibi sospetto dell'ex marito

Altro elemento contro l'ex marito è l'alibi che si sarebbe creato: organizzare un viaggio con la figlia verso la provincia di Lecco partendo cinque minuti prima dell'arrivo dell'omicida. Intenso è stato il lavoro degli inquirenti: sono stati analizzati e incrociati centinaia di dati che alla fine hanno portato ai due arresti ed è emerso che il 19 gennaio il telefonino di Claudio Nanni è stato localizzato a Rubiera nei pressi dell'abitazione di Barbieri e che il 20 e il 29 dello stesso mese l'auto grigio scuro del pluripregiudicato è stata immortalata dalle telecamere comunali di Faenza, in particolare, nel secondo caso, nei pressi dell'officina del presunto mandante. La mattina della tragedia, la vettura del reggiano è risultata essere nuovamente a Faenza in orari compatibili con la morte della donna e sarebbe inoltre stata ripresa nei pressi di via Corbara mentre la sua utenza telefonica è stata intercettata in viaggio verso Faenza per poi essere spenta all'altezza di Bologna e riaccesa una volta rientrato a Rubiera. 

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