Covid, Arcuri: “Vaccinato l’1,5% della popolazione. La partita non è stata ancora vinta”
CronacaIl commissario per l’Emergenza fa il punto sulla situazione coronavirus nel nostro Paese. “Dall'inizio della pandemia è stato contagiato un italiano su 25. Il virus è ancora tra noi. Dobbiamo aspettare che i vaccini e i vaccinati siano tanti”, dice. Aggiunge che le dosi sono state somministrate a “oltre 910mila persone”: "Siamo all'inizio di un lungo cammino che abbiamo iniziato nel migliore dei modi”. E ribadisce che al momento non è possibile modificare l’ordine di priorità delle categorie
Il commissario per l'Emergenza Domenico Arcuri ha fatto il punto sulla situazione coronavirus in Italia. Nel nostro Paese, ha spiegato, “è stato vaccinato finora l'1,5% della popolazione, in Germania l'1% e in Francia lo 0,37%”. “È tutt'altro che un segno di un trionfalismo, siamo all'inizio di un lungo cammino che abbiamo iniziato nel migliore dei modi”, ha detto. E ha aggiunto che “il virus è ancora tra noi” e che “la partita è ancora in corso e non è stata ancora vinta” (AGGIORNAMENTI LIVE - SPECIALE).
Arcuri: “La partita è in corso, non è stata ancora vinta”
Arcuri ha sottolineato che “dall'inizio della pandemia ha contratto il virus un italiano su 25”. E ancora il pericolo non è passato. “Il virus è ancora tra noi, cresce il tasso di moltiplicazione del contagio, ma per fortuna da qualche giorno la pressione sulle terapie intensive diminuisce così come l'occupazione dei posti letto”, ha detto. E ha aggiunto: “La partita è ancora in corso e non è stata ancora vinta. Dobbiamo aspettare che i vaccini e i vaccinati siano tanti”.
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“In Italia vaccinate oltre 910mila persone”
Il commissario per l’Emergenza, riguardo ai vaccini, ha dichiarato che in Italia sono state vaccinate “oltre 910mila persone e abbiamo somministrato il 64% delle dosi arrivate. La maggior parte delle Regioni, infatti, ha messo da parte il 30% delle dosi per il richiamo: sostanzialmente tutte le dosi sono somministrate in tempi brevi”. “Le Regioni che sono partite più lentamente nella somministrazione dei vaccini stanno recuperando, con un livello di efficienza medio sempre meno asimmetrico”, ha detto. "Ema e Aifa – ha precisato – hanno deciso che ogni fiala di vaccino Pfizer contiene sei dosi e non più 5, per cui inizieremo a ricavare sei dosi per ogni fiala". Ha poi aggiunto che non crede che i farmacisti inizieranno a breve a somministrare i vaccini: “Penso che l’attivazione per pediatri e medici di base possa essere più ravvicinata”. Riguardo all’ipotesi di un patentino vaccinale per rilanciare il ritorno alle attività al più presto, Arcuri ha detto di non considerarla "una cattiva idea. Aspetto che ci sia una decisione definitiva su questo”.
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Sui vaccini: non è possibile cambiare l’ordine delle categorie
Arcuri ha poi spiegato che inizierà “tra poco la seconda tornata di vaccinazioni, che riguarderà le persone che hanno più di 80 anni, e andremo poi avanti con le altre categorie previste”. Ha anche ribadito che al momento non è possibile cambiare l’ordine delle categorie a cui viene somministrato il vaccino. “Il Parlamento italiano ha approvato un Piano di vaccinazione molto dettagliato, con categorie ordinate in funzione del livello di esposizione al contagio e il livello di fragilità. Non è possibile al momento modificare in una sede diversa questo Piano né l'ordine di categorie previste, benché le richieste siano legittime. Al crescere delle dosi a disposizione è possibile anticipare le somministrazioni alle prossime categorie", ha detto. E alla domanda se sia possibile vaccinare gli over 60 già a febbraio, ha risposto: “No, abbiamo prima gli insegnanti, gli operatori del trasporto, le forze dell'ordine, i detenuti. Ma penso che succederà nei mesi successivi”.
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“Facciamo il tifo che il vaccino di Astrazeneca possa essere approvato”
Arcuri, comunque, ha assicurato che “siamo pronti ad aumentare la forza del sistema di distribuzione e somministrazione dei vaccini. Ci stiamo attrezzando per non perdere nemmeno un'ora” nel caso di una disponibilità ulteriore di dosi. “Abbiamo due vaccini, quello di Pfizer BionTech e quello di Moderna – ha spiegato il commissario –. Se ci fermassimo qui avremmo una disponibilità di 60 milioni di dosi nell'intero arco del 2021 che servirebbero a vaccinare 30 milioni di italiani, di cui 6 milioni entro il primo trimestre. Stiamo cercando di opzionare ulteriori dosi attraverso la Commissione europea. Il numero di vaccini disponibili ora non è sufficiente per tutti i cittadini, per questo facciamo il tifo che il vaccino di Astrazeneca possa essere approvato. Se accadrà, per l'Italia significherebbe avere ulteriori 40 milioni di dosi nel 2021 e 8 milioni nel primo trimestre. Questo significa che vaccineremmo 50 milioni di italiani entro l'anno e avremmo 9 milioni di italiani vaccinati nel primo trimestre".