
Gli studenti italiani rimarranno a casa per due settimane durante le festività di fine anno. Intanto quasi la metà degli alunni sta seguendo le lezioni con la didattica a distanza e continua il dibattito sulle riaperture con proteste in alcune città

Mentre continua il dibattito sull'ipotesi di un ritorno in classe a dicembre degli studenti delle scuole superiori, al momento a casa impegnati con la didattica a distanza per l'emergenza Covid, è deciso il calendario delle vacanze di Natale. Ecco quando si fermeranno le scuole italiane regione per regione
Nuovo Dpcm dicembre, studenti e spostamenti fra Regioni: cosa sappiamo
In Lombardia, Lazio, Piemonte, Liguria, Campania, Abruzzo, Calabria, Umbria, Puglia le vacanze di Natale inizieranno il 23 dicembre e termineranno il 6 gennaio

Scuole chiuse per le vacanze natalizie, dal 24 dicembre al 6 gennaio, in Toscana, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Alto Adige, Trentino, Veneto, Basilicata, Valle d’Aosta, Sicilia, Marche, Sardegna, Molise

Intanto, nella bozza delle linee guida preparate dalla Commissione Ue sulle misure anti-Covid, da adottare in vista delle festività natalizie, si legge "al fine di ridurre i rischi di trasmissione nel periodo che segue la stagione delle festività", si invita a "valutare di allungare le vacanze scolastiche" o di ricorrere a "un periodo di apprendimento a distanza, in modo da introdurre un periodo cuscinetto ed evitare la diffusione dei contagi a scuola"

Nel bollettino dell'1 dicembre sono 19.350 nuovi casi di contagio, a fronte di 182.100 tamponi effettuati. Da Nord a Sud, in alcune scuole ancora aperte si registrano nuovi positivi, mentre continua il dibattito sulle prossime riaperture con il governo che starebbe ancora lavorando a un ritorno a scuola a dicembre per le superiori
Coronavirus, il bollettino dell'1 dicembre
"Per dare un segnale", i ragazzi delle superiori potrebbero tornare in Aula il prossimo 14 dicembre. È l'ipotesi su cui il premier Giuseppe Conte avrebbe sondato i capigruppo di maggioranza, nel corso della riunione sul prossimo dpcm. Conte avrebbe precisato che l'ipotesi deve essere ancora sottoposta al vaglio del Cts: si tratterebbe di porre fine alla didattica a distanza nelle aree gialle dalla metà del mese. Le reazioni sarebbero state contrastanti: Iv avrebbe confermato la sua posizione favorevole ma altri partiti si sarebbero espressi contro

Iv si è detta disponibile al rientro in classe prima di Natale, ribadendo la posizione sull'apertura delle scuola come priorità, purché si faccia tutto garantendo anzitutto i trasporti adeguati: "il nodo è quello", dicono i renziani

Intanto in Piemonte, i genitori degli studenti della seconda e terza media, ma anche delle superiori, che vogliono tornare a seguire le lezioni in presenza sono pronti a ricorrere al Tar regionale. Sono più di quaranta i papà e le mamme che hanno già sottoscritto l'adesione al ricorso alla decisione del presidente della Regione Alberto Cirio di tenere le scuole chiuse nonostante si sia passati dalla zona rossa alla zona arancione. Il ricorso al Tar verrà formalizzato dall'avvocato Emanuela Antonella Barison

Sempre in Piemonte, martedì 1 dicembre, alcuni studenti di scuola media si sono ritrovati nel centro di Torino, per il secondo giorno consecutivo, per seguire le lezioni fuori dal Palazzo della Regione

In Puglia, l'assessore alla Sanità, l'epidemiologo Pierluigi Lopalco ha fatto sapere che la Regione sarebbe orientata verso la proroga dell'ordinanza, attualmente in vigore e in scadenza il 3 dicembre, che lascia alle famiglie la possibilità di decidere se optare per la didattica in presenza oppure a distanza. "Le precedenti ordinanze hanno dato buoni risultati - ha detto Lopalco - la circolazione del virus in ambiente scolastico ha presentato delle riduzioni. Quindi continueremo in questa direzione, cioè nella direzione di limitare la didattica in presenza"

Secondo un sondaggio della Swg, compiuto tra il 23 ed il 29 novembre, il 55% degli intervistati ritiene la scelta migliore è riaprire tutte le scuole dopo le festività natalizie; per il 14% invece la scelta migliore è riaprire subito le scuole secondarie solo nelle Regioni non in zona rossa; per l'11% si devono riaprire subito tutte le scuole e ridurre le vacanze natalizie per recuperare le lezioni perse; per un 10% si devono riaprire subito tutte le scuole secondarie in tutte le regioni e un altro 10% non sa dare una risposta

Intanto, commentando un'analisi elaborata da Wired, Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda, sindacato dei docenti, afferma "i dati sui contagi tra la popolazione scolastica smentiscono clamorosamente la campagna propagandistica condotta da Azzolina per le scuole aperte: fino al 31 ottobre si sono registrati quasi 65mila casi di Covid-19 tra i banchi. Si tratta di un numero molto elevato se si considera che è riferito a un periodo poco più lungo di un mese e che riguardano 2.546 comuni sugli oltre 6.700 dove ha sede una scuola"