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Covid, scontro sulle terapie intensive. Arcuri: “Regioni non hanno attivato 1.600 posti”

Cronaca
©Ansa

Il commissario per l'Emergenza dopo la Conferenza Stato-Regioni: “Abbiamo altri 1.500 ventilatori disponibili, ma prima di distribuirli vorremmo vedere attivati i posti letto per cui li abbiamo già inviati". Il ministro Boccia: “Il problema è dove sono finiti i ventilatori, attendiamo risposte in tempo reale”. Preoccupazione per alcune regioni e per il rapporto tra anestesisti-rianimatori e posti letto. L’Abruzzo ha saturato il 150% dei posti aggiuntivi implementati

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“Prima del Covid le terapie intensive erano 5.179 e ora ne risultano attive 6.628 ma, in base ai dispositivi forniti, dovevamo averne altre 1.600 che sono già nelle disponibilità delle singole regioni ma non sono ancora attive. Chiederei alle regioni di attivarle". A dirlo è il commissario per l'Emergenza Domenico Arcuri che, al termine della Conferenza Stato-Regioni, fa il punto sull’aumento di contagi da coronavirus in Italia e sulla situazione delle terapie intensive (COVID: AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - LO SPECIALE). Anche il ministro per le Autonomie, Francesco Boccia, si rivolge alle regioni: “In questi mesi sono stati distribuiti ventilatori polmonari ovunque, così come confermato da Arcuri: il problema è dove sono finiti i ventilatori, attendiamo risposte in tempo reale dalle regioni". E presidente nazionale dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani-emergenza area critica (Aaroi-Emac), Alessandro Vergallo, avverte: a oggi "in dieci Regioni la tenuta delle terapie intensive è particolarmente a rischio”.

Arcuri: “Abbiamo altri 1.500 ventilatori disponibili”

"In questi mesi alle Regioni abbiamo inviato 3.059 ventilatori polmonari per le terapie intensive, 1.429 per le subintensive - ha detto Arcuri - Abbiamo altri 1.500 ventilatori disponibili, ma prima di distribuirli vorremmo vedere attivati i 1.600 posti letto di terapia intensiva per cui abbiamo già inviato i ventilatori".

Boccia alle Regioni: “Vi abbiamo aiutato ora date risposte”

"Massima disponibilità e massima trasparenza, chi ha bisogno di aiuto lo dica, ma questo va fatto prima di intervenire su lavoro e scuola”, ha avvertito Boccia, che poi ha aggiunto: "La Campania prima del Covid aveva 335 posti letto di terapia intensiva. Il governo attraverso il commissario Arcuri ha inviato 231 ventilatori per le terapie intensive e 167 per le sub intensive. Oggi risultano attivati 433 posti, devono essere 566".

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Intanto, ha spiegato Vergallo, “ci si sta avvicinando alla soglia massima fissata dal ministero della Salute del 30% di posti dedicati a malati Covid occupati; ci troviamo in una situazione di allerta in tutte le Regioni perché si rischia, nel breve termine, una saturazione dei posti Covid se il trend dei contagi non si modificherà". Nelle terapie intensive, avverte, "la pressione sta crescendo e iniziamo a vivere la paura che si possa tornare alla situazione drammatica della prima fase epidemica".

Altems: “Più posti ma non bastano i rianimatori”

Un avvertimento arriva anche da Americo Ciocchetti, coordinatore del report settimanale dell'Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell'Università Cattolica, campus di Roma (Altems): "A fronte dell'aumento dei posti letto di Terapia intensiva (Ti) manca ad oggi un aumento in egual misura del numero degli anestesisti, venendo a minare il rapporto tra personale anestesista e posto letto in Ti".

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Il rapporto anestesisti-rianimatori e posti letto nelle regioni

Prima dell'emergenza, evidenzia Altems, il rapporto in Italia tra anestesisti-rianimatori e posti letto di Ti era di 2,5. Per ogni posto letto c'erano cioè 2,5 unità di personale. Considerata la risposta strutturale delle regioni, ovvero l'acquisizione di personale tramite bandi per posizioni a tempo indeterminato e determinato, e l'incremento di posti letto previsto dal DL34, il rapporto scende a 1.6 (-0.9), con differenze regionali. Il valore più basso è in Calabria e Marche: 1,4 anestesisti per posto letto di Ti. Al contrario la regione che mantiene il rapporto più alto è il Friuli Venezia Giulia con 2 unità per posto letto. Se si considera la riduzione del rapporto posto letto Ti-personale anestesista, sottolinea il Rapporto Altems, la Regione che registra la riduzione più alta è la Valle d'Aosta (- 1.7), passando da 3,5 anestesisti e rianimatori per posto letto prima dell'emergenza a 1,8. Al contrario, Veneto e Molise registrano il decremento minore passando rispettivamente da 1.9 a 1.6 e da 2.0 a 1.7.

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