Omicidio Lecce, De Marco voleva scrivere sul muro un messaggio con il sangue delle vittime

Cronaca
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Nell’atto di convalida del fermo del 21enne che ha confessato di aver ucciso Daniele De Santis ed Eleonora Manta, il gip spiega che il giovane non aveva “alcuna bomboletta di vernice". Nei bigliettini ritrovati il giovane aveva annotato i passaggi della sua azione - "Appena entrato: legare tutti; accendere tutti i fornelli e mettere l'acqua a bollire; scrivere sul muro" - e le tempistiche: "Un'ora e mezza, 10-15 min tortura; un'ora e 15 min; 30 min circa al tesoro; 30 minuti pulizia; 15 min di controllo generale"

"Appena entrato: legare tutti; accendere tutti i fornelli e mettere l'acqua a bollire; scrivere sul muro". Aveva scritto così in uno dei suoi bigliettini Antonio De Marco, assassino reo confesso di Daniele De Santis e della sua fidanzata Eleonora Manta. Un omicidio, quello avvenuto il 21 settembre, “lucidamente pianificato”, spiega il gip di Lecce, Michele Toriello, nell'atto di convalida del fermo, al termine del quale il 21enne voleva scrivere sul muro un messaggio con "il sangue delle vittime, non avendo portato con se alcuna bomboletta di vernice".

Nei bigliettini tutte le fasi dell’omicidio

È proprio grazie ai bigliettini manoscritti che gli inquirenti hanno potuto ricostruire le intenzioni di De Marco e l’omicidio. "Scendi dalla fermata, attraversi e ri-attraversi in diagonale poco prima del bar. In via Vittorio Veneto c'è il condominio a dx; a fine strada attento di fronte; passare velocemente sul muro alto a sx", scriveva lo studente di Scienze infermieristiche, per poi aggiungere su un altro foglietto: "Pulizia: lei acqua bollente candeggina; lui, acqua bollente candeggina; poco prima uscire soda". E ancora: "Nastrare le dita; prendere i guanti; coprire testa; cambio maglietta, vestizione, prendere coltello e fascette, slacciare carpe".

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"Un'ora e mezza, 10-15 min tortura, 30 minuti pulizia”

Poi un altro bigliettino con le annotazioni sulle fasi finali e sulla durata dell'intera azione: "Un'ora e mezza, 10-15 min tortura; un'ora e 15 min; 30 min circa al tesoro; 30 minuti pulizia; 15 min di controllo generale". L'esame grafologico di questo materiale, comparato con le firme apposte sui documenti per il rilascio della patente di guida e della carta d'identità, ha permesso agli inquirenti di individuare De Marco come il presunto omicida della coppia.

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Il gip: “Omicidio lucidamente pianificato e perpetrato con eccezionale crudeltà”

L’udienza di convalida del fermo di De Marco si è svolta ieri mattina nel carcere di Borgo San Nicola, a Lecce, dove il 21enne è rinchiuso in isolamento. "Ricorrono nel caso di specie, ed in massimo grado, le esigenze cautelari", scrive il gip nell’atto. Il giudice rileva come "l'inaudita gravità dei fatti" sia tale "da lumeggiare di per se sola negativamente la personalità del De Marco". Per il giudice si tratta di "un duplice efferato omicidio lucidamente pianificato e perpetrato con eccezionale crudeltà, senza peraltro alcun serio motivo scatenante, con l'uso di un'arma micidiale e con la progettazione di un ulteriore e raggelante corredo di condotte crudeli ed atroci (la preventiva tortura) delle vittime". L’arma di cui parla il gip è il pugnale da caccia che De Marco ha acquistato e di cui è stato rinvenuto solo il fodero. Tra le altre motivazioni a sostegno della convalida del fermo, il gip, facendo esplicito riferimento all'omicida, definisce "irrilevante il dato formale della sua penale incensuratezza". Inoltre sostiene che la particolare efferatezza del duplice omicidio "costituisce indiscutibile indice del concreto ed attuale pericolo di recidivanza, ossia della circostanza che il fermato - se lasciato libero - commetterà delitti della stessa specie di quello per il quale si procede".

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