Omicidio Lecce, De Marco a una festa dopo il funerale delle vittime. Si indaga sul movente

Cronaca

Il 21enne reo confesso, a poche ore di distanza dai funerali di Daniele ed Eleonora, è andato in un locale, in occasione del compleanno di una collega tirocinante della scuola infermieri. Si indaga intanto sul movente. Il ragazzo dice di aver ucciso i due fidanzati perché "troppo felici", ma per gli inquirenti questa versione sembra stridere con un delitto così meticolosamente pianificato

Poche ore dopo i funerali di Daniele De Santis ed Eleonora Manta, la sera di sabato 26 settembre, Antonio De Marco - il 21enne reo confesso dell’assassinio di Lecce - avrebbe partecipato a una festa con i colleghi del Vito Fazzi di Lecce, l’ospedale che frequentava per diventare infermiere. Come scrive anche il Corriere della Sera, l’occasione era quella del compleanno di una tirocinante e, tra i partecipanti alla serata, c’è chi dice di aver visto Antonio ballare. Quel sabato quindi, il ragazzo ha deciso di non disertare la festa tra colleghi che arrivava alla fine una settimana trascorsa nella normalità, nonostante il lunedì fosse avvenuto il delitto dei suoi ex coinquilini.

Gli spostamenti del ragazzo dopo l'omicidio

Secondo quanto emerso fino ad ora, il ragazzo, dopo la morte di Daniele De Santis ed Eleonora Manta, avrebbe continuato a frequentare i corsi da infermiere, il tirocinio e avrebbe telefonate a casa dei genitori. All'identificazione del 21enne gli inquirenti sono  giunti attraverso le immagini delle telecamere di videosorveglianza, intercettazioni e una perizia grafica sui bigliettini sporchi di sangue che erano stati persi dal ragazzo nella fuga. Nei giorni scorsi erano stati acquisiti anche i contratti di affitto della casa del giovane arbitro, dai quali verosimilmente si è risaliti all'identità di De Marco.

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Omicidio a Lecce, l'arbitro Daniele De Santis ucciso in casa con la fidanzata Eleonora Manta - ©Fotogramma

Le indagini sul movente

La confessione del 21enne è arrivata nella notte tra il 28 e il 29 settembre: "Ho fatto una cavolata e ho sbagliato. Li ho uccisi perché erano troppi felici e per questo mi è montata la rabbia", avrebbe detto il giovane, dopo essere rimasto impassibile durante l'arresto. Il procuratore ha parlato di “fortissima premeditazione” e di omicidio pianificato nei minimi dettagli. Un piano che prevedeva anche di immobilizzare la coppia e infliggere torture prima di compiere l'omicidio. "L'azione è stata realizzata con spietatezza e totale assenza di ogni sentimento di pietà verso il prossimo", si legge nel provvedimento di fermo nei confronti di De Marco. Restano però molti dubbi sul movente. Il sospetto è che sia successo qualcosa che abbia spinto Antonio De Marco a porre fine alla vita della coppia. Il comandate provinciale dei carabinieri di Lecce ha ammesso che il movente va cercato scavando nei rapporti che ci sono stati tra De Marco e i due fidanzati e nella loro convivenza, in "qualcosa che gli ha dato fastidio e che ha covato per 10-15 giorni e che poi è esploso". 

La convivenza del giovane con la coppia

È il 6 luglio 2020 quando De Marco chiede a De Santis via Whatsapp la disponibilità della stessa stanza dove aveva alloggiato per un mese l'anno precedente. Lo stesso 6 luglio, scrive il pm, "sulle utenze delle vittime rimaneva memorizzata una chat nel corso della quale, dopo che De Santis aveva preannunciato a Eleonora Manta la richiesta di locazione 'dell'infermiere', entrambi commentavano con una risata - scrivendo testualmente 'ahaha...' - il possibile ritorno del medesimo e la ragazza chiosava scrivendo 'torna tutto come prima XD' ". Secondo il pubblico ministero, "tale scambio di battute è da ricondurre verosimilmente alla volontà dei due di deridere il ragazzo in ragione di un possibile episodio accaduto durante la sua precedente permanenza in quella casa, dal 30 ottobre 2019 al 30 novembre 2019. "Giova infatti rammentare che in tale pregresso frangente De Marco aveva occupato una stanza" dell'appartamento, condividendolo "per i restanti locali proprio con Eleonora Manta". Che non fosse stata una convivenza facile "è desumibile" dalla testimonianza di un'amica della ragazza uccisa, che ha dichiarato come "Eleonora ultimamente non si trovava a suo agio...perchè l'appartamento era condiviso da altre persone...". Una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti è che De Marco, quando ha chiesto di rioccupare la camera, avesse già in mente l'omicidio. 

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