Il 2 settembre è il termine ultimo per presentare la domanda per la “call veloce”, ma questa misura potrebbe non risolvere il problema del rischio di mancanza d'organico alla ripresa delle lezioni. Preoccupa il possibile “buco” di docenti a causa dei timori legati al coronavirus: molti stanno presentando certificato medico
Le scuole italiane hanno riaperto ieri, 1 settembre, per i collegi dei docenti, le ultime sistemazioni delle aule, il recupero degli apprendimenti di oltre 500 mila tra studentesse e studenti, alcuni con lezioni a distanza, altri in presenza (LO SPECIALE SCUOLA). Ma questo primo passo in vista della riapertura di metà settembre non cancella i timori per una possibile carenza di insegnanti. Oggi, mercoledì 2 settembre è l’ultimo giorno per presentare le domande per la “chiamata veloce”, una misura che però potrebbe non bastare a risolvere i problemi. Molte ombre rimangono sulla presenza del personale, soprattutto dei docenti ma anche dei collaboratori scolastici: l'incremento dei contagi da coronavirus (LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI LIVE) delle ultime settimane sta infatti destando allarme nel corpo docente, soprattutto quello più avanti con l’età. Nella scuola la percentuale di over 55 è del 40-45% e gli ultra 62 enni sono 171 mila. E non sono pochi i professori che stanno presentando certificato medico (LA RIAPERTURA DELLE SCUOLE IN EUROPA).
La chiamata veloce
I sindacati temono che la chiamata veloce non sistemerà la situazione. Secondo i dati della Uil scuola, in Campania resteranno vuoti quasi la metà dei posti messi a disposizione: oltre 2.500 posti sui 4.600 autorizzati. In Lombardia quasi due mila posti sul sostegno alle scuole medie. Un quadro che si ripete con numeri diversi anche in Puglia, Emilia Romagna, e Veneto. "La chiamata veloce non andrà a incidere sul precariato che resta dramma", osserva il segretario della Uil Scuola, Pino Turi (HOMESCHOOLING: DI COSA SI TRATTA E PERCHÈ MOLTI GENITORI LO STANNO SCEGLIENDO).
I timori dei sindacati
"C'è un certo timore" sul ritorno a scuola "ma è motivato dall'incertezza delle comunicazioni: mascherina sì o no, fragili si o no: tutto questo accentua le preoccupazioni di chi si sente minacciato dal punto di vista della salute", dice ancora il leader della Uil Scuola, Pino Turi. "In questi giorni gran parte dei docenti si incontra da remoto ma le questioni esploderanno al momento di rientrare in servizio e questo perché mancano certezze", aggiunge. "Abbiamo bisogno di indicazioni e regole per i lavoratori fragili: i dirigenti non possono operare in modo differente", dice anche la segretaria della Cisl Scuola Maddalena Gissi. Il mondo della scuola è in attesa di una circolare che detti le norme per chiedere gli esoneri. Il lavoratore fragile può lavorare a distanza? Può lavorare con un gruppo ristretto di ragazzi? Può essere sostituito con un supplente? Attinge alla malattia o viene considerato come fosse in ricovero? Sono alcune delle tante domande che si pongono i dirigenti scolastici. Al tempo stesso il rinvio del concorso straordinario - previsto in autunno - e di quello ordinario - la cui data non è stata ancora ipotizzata - causano buchi negli organici. Secondo i sindacati mancano oltre 50 mila professori di ruolo mentre oltre 10mila docenti che hanno ricevuto una formazione specifica per il sostegno avrebbero potuto già essere assunti (LE INDICAZIONI DEL CTS SULLE MASCHERINE).
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Partita la formazione dei responsabili Covid
Intanto è partita la formazione dell'Istituto superiore di sanità e del ministero dell'Istruzione per il responsabile Covid nelle scuole. Due i corsi, a distanza e organizzati su piattaforma in grado di ospitare fino a 70mila corsisti tra insegnanti, personale scolastico e professionisti sanitari per monitorare e gestire possibili casi di Covid-19 e focolai negli istituti scolastici. "Il primo giorno di scuola porterà con sé grandi emozioni - scrive la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina in una lettera a tutto il personale della scuola - ai nostri ragazzi e alle loro famiglie trasmettiamo serenità. Aiutiamoli a conoscere al meglio e rispettare le regole sanitarie, spieghiamo agli studenti e alle studentesse che la scuola ce l'ha fatta e non vedeva l'ora di accoglierli di nuovo. Perché tutti noi siamo a scuola per loro. E tutti noi non vediamo l'ora di guardarli finalmente negli occhi e dire "Bentornate e Bentornati”.
Ripartite le università
Giornata di ripartenza, ieri, anche per le università: si sono svolti infatti in mattinata i test di accesso alla facoltà di Veterinaria, con diecimila iscritti per 890 posti. Il 3 settembre sarà la volta di Medicina: più di 65 mila candidati per 13.072 posti. Un problema che potrebbe aprirsi è quello di coloro che avrebbero voluto partecipare ma non possono farlo perché in isolamento, anche solo per un contatto con un positivo al Covid. Il ministero dell'Università sta cercando una soluzione a questo problema che per ora però non è stata trovata.