Morto Cesare Romiti, storico dirigente della Fiat

Cronaca
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Il braccio destro per molti anni di Gianni Agnelli è deceduto a 97 anni. Ha segnato la storia della casa automobilistica torinese e dell'industria italiana. Dal 1998 al 2004, fu poi presidente in Rcs

È morto a 97 anni Cesare Romiti, storico dirigente della Fiat e braccio destro, per molti anni, di Gianni Agnelli (LA FOTOSTORIA DELLA SUA CARRIERA). Contribuì a scrivere la storia della casa automobilistica torinese e dell'industria italiana. Dopo l'uscita dalla Fiat, guidò in qualità di presidente il gruppo Rcs dal 1998 al 2004.

La storia di Cesare Romiti

Dirigente d'azienda, imprenditore ed editore, era nato a Roma nel 1923. Dopo la laurea in economia nel 1945 ha ricoperto numerosi incarichi di rilievo presso istituti bancari italiani e stranieri e in diverse aziende italiane. Entrò in Fiat come amministratore delegato nel 1976 per poi divenirne presidente dal 1996 al 1998, succedendo a Giovanni Agnelli. Dall’uscita dal gruppo torinese, passò alla presidenza della RCS Editori, dove rimase fino al 2004. Nel 2005 assunse l’incarico per un anno di presidente di Impregilo S.p.A., il principale gruppo italiano nel settore delle costruzioni e dell’ingegneria e nel maggio 2005 entra nel patto di sindacato degli aeroporti di Roma. Sempre dal 2004 è stato anche il presidente della Fondazione Italia-Cina che si occupa di radunare imprenditori e aziende interessate al mercato cinese. 

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Gli anni alla Fiat

Mentre lavorava, dal 1947 alla fine degli anni '60, nei gruppi Bomprini Parodi Delfino e Snia Viscosa dopo la fusione con la sua azienda, Romiti conobbe il presidente di Mediobanca Enrico Cuccia, con il quale strinse un forte rapporto di stima. Fu proprio Cuccia ad aiutarlo a entrare in Fiat nel 1974. Due anni dopo il presidente di Mediobanca convinse Gianni Agnelli, che voleva Carlo De Benedetti come ad del gruppo, ad affiancargli il manager romano. Si costituì così un triumvirato di amministratori delegati della Fiat composto da Cesare Romiti, Carlo De Benedetti e Umberto Agnelli. Il trio durò poco e, tre mesi dopo, De Benedetti lasciò il gruppo. Intanto Cesare Romiti continuò a farsi strada all'interno della casa automobilistica torinese e dal 1980, sempre su spinta di Cuccia, la gestione operativa del gruppo finì tutta nelle sue mani. Romiti, da allora, fece mosse alle volte azzardate ma indispensabili per l'impresa, come il licenziamento di 14 mila dipendenti che portò agli scioperi fino alla storica marcia dei quarantamila, con i quadri del gruppo che sfilarono per le strade di Torino. Nel 1996, infine, succedette a Gianni Agnelli alla presidenza della Fiat, ruolo che ricoprì per due anni. In quegli anni anche la casa automobilistica fu travolta dalla bufera di Tangentopoli e Romiti lascerà il gruppo con sulle spalle una condanna, condivisa con altri manager, per finanziamento illecito ai partiti, frode fiscale e falso in bilancio. Quest'ultimo capo d'accusa cadde nel 2003. 

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Mattarella: Romiti importante protagonista stagione controversa

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha mandato un messaggio di cordoglio: "Scompare con Cesare Romiti un importante protagonista di una impegnativa e controversa stagione delle relazioni industriali e del capitalismo italiano, in presenza di profonde trasformazioni dei mercati internazionali e di spinta a modifiche negli assetti del nostro Paese". Il capo dello Stato prosegue: "Amministratore di importanti imprese, recò al gruppo Fiat la sua esperienza di uomo della finanza, contribuendo a consolidarne la presenza nel settore automobilistico e a diversificarne le attività. Ai suoi familiari esprimo sentimenti di partecipazione al lutto che li ha colpiti”.

John Elkann: "Ha affrontato con coraggio momenti difficili"

"Nei tanti anni vissuti accanto a mio nonno, Cesare Romiti ha affrontato con coraggio momenti difficili, e per questo merita un posto di riguardo nella storia della Fiat", con queste parole John Elkann, presidente di Fca., ha invece descritto il manager romano. "Vorrei anche ricordare il dr. Romiti con riconoscenza personale - ha aggiunto - per avermi accompagnato nei primi anni della mia vita professionale".

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