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Cesare Battisti: “Cibo in cella inadeguato a mia salute”. Torregiani: abituato a ostriche

Cronaca
©Ansa

L’ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo, che sta scontando dal gennaio 2019 l’ergastolo per 4 omicidi nel carcere di Massama, è comparso venerdì davanti al Tribunale di sorveglianza di Cagliari per sollecitare una diversa qualità e quantità di cibo, chiedendo anche esami specialistici. Salvini: “Assassino comunista, taci e digiuna”. Meloni: “Nessuno assecondi ridicoli lamentele”. Torregiani, figlio di una vittima dei Pac: “Non merita attenzione”

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"Cibo non adeguato allo stato di salute". Cesare Battisti, che sta scontando dal gennaio 2019 l’ergastolo per quattro omicidi nel carcere di Massama (Oristano), è comparso venerdì davanti al Tribunale di sorveglianza di Cagliari per sollecitare una diversa qualità e quantità di cibo somministrata dal servizio penitenziario, chiedendo anche esami specialistici per accertare il suo stato di salute. L’ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo, di fatto in isolamento in una sezione del carcere, l'As2, non ha modo non solo di interagire con altri detenuti, ma neppure di acquistare o cucinarsi il cibo in autonomia come fanno invece gli altri reclusi. La notizia ha suscitato diverse polemiche, con Salvini che ha tuonato: “Assassino comunista, taci e digiuna”. E Meloni che ha ammonito: “Nessuno assecondi ridicoli lamentele”. Alberto Torregiani, figlio di una vittima dei Pac: "È abituato a mangiare ostriche, come può piacergli il cibo del carcere? Non merita attenzione".

Le richieste di Battisti

Gianfranco Sollai, legale di Battisti, ha spiegato: "Il cibo influenza il nostro stato di salute, che è un principio costituzionalmente garantito. Il mio assistito si trova in stato di isolamento e può mangiare solo cibo somministrato dall'amministrazione, mentre gli altri detenuti possono cucinare il cibo portato dai parenti o acquistato. Abbiamo sollecitato anche analisi ed esami per accertare il suo stato di salute”.

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Salvini: "Taci e digiuna". Meloni: "Ridicole lamentele"

Tra i primi a commentare e attaccare su Facebook, il leader della Lega Matteo Salvini: "Assassino comunista si lamenta del menù in carcere? Taci e digiuna, vigliacco". "Abituato al caviale mangiato in questi anni insieme alle anime belle della sinistra, Cesare Battisti ora si lamenta della qualità del cibo del carcere nel quale è detenuto. È la dura vita degli assassini che pagano per i loro crimini, Cesare. Confido che nessuno perda tempo ad assecondare le ridicole lamentele di questo personaggio", ha aggiunto su Twitter la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.

Torregiani: "Abituato a mangiare ostriche"

Dura reazione anche da parte di Alberto Torregiani, figlio di Pierluigi - vittima dei Pac - e membro dell’Associazione italiane vittime del terrorismo: “Rido davvero. Certo, lui è abituato a mangiare ostriche, cozze e pasta alle vongole al mare, come può piacergli il cibo del carcere? La cosa assurda è che gli venga ancora data la possibilità di esprimere certe richieste e che qualcuno gli dia spazio. È ancora un privilegiato è questa l’assurdità. Se un detenuto comune si lamenta, nessuno lo ascolta, si lamenta lui e fa notizia. Io sono garantista sempre e sono per la tutela dei diritti di tutti, ma qui stiamo davvero esagerando. Credo che non meriti attenzione”. Ha poi aggiunto su Facebook: “Quando per anni hai armato la tua mano, sporcato di sangue il tuo cammino, celato il tuo rammarico, schernito le tue vittime, beffeggiato le regole sociali… e quando, la fortuna ti ha voltato la schiena e ti trovi ora a pagar pegno, ecco, le monete che dovresti spendere sono il silenzio, il rammarico, il pentimento, la riflessione consapevole che ciò che hai è merito alle tue azioni”.

Il responso tra una decina di giorni

Ora Battisti, che è stato ascoltato dai giudici del Tribunale di sorveglianza di Cagliari, dovrà attendere la decisione sulla sua richiesta, contestata in aula dal procuratore generale: il responso sarà emesso tra una decina di giorni, ma nel frattempo torna alla ribalta il tema dell'isolamento applicato ai detenuti ritenuti più pericolosi. A metà maggio, infatti, i legali dell'ex terrorista, Gianfranco Sollai e Davide Steccanella, avevano chiesto allo stesso tribunale di sorveglianza la detenzione domiciliare per scongiurare l'infezione da coronavirus, ma la richiesta era stata respinta. Anche in quell'occasione l'ex ministro dell'Interno, che all'epoca seguì la cattura e l'arresto di Battisti - trasferito poi nel carcere oristanese nel gennaio 2019 -, era intervenuto attaccando: "Stia in carcere, al sicuro, fino alla fine dei suoi giorni".

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