Coronavirus, Soro: pochi rischi per la privacy da app per tracciamento

Cronaca

Il Garante della privacy, intervistato da Repubblica, su Immuni spiega: "Non conosco la app", ma "abbiamo fornito al ministero dell’Innovazione indicazioni molto chiare rispetto sia alla tutela dei dati personali, sia alla migliore tecnologia per garantirla"

Le regole fissate dall'Europa per il tracciamento sono: "No alla geolocalizzazione, sì alla tecnologia bluetooth, anonimato e volontarietà". A ricordarlo, parlando di Immuni, l'app scelta in Italia per il tracciamento del contagio da coronavirus, è il Garante per la privacy e la protezione dei dati personali, Antonello Soro, intervistato da Repubblica. "Io non conosco la app su cui è caduta la scelta del governo", chiarisce, e poi spiega: "Nella fase della selezione, però, l’ufficio del Garante ha avuto una intensa interlocuzione con il ministero dell’Innovazione, al quale abbiamo fornito indicazioni molto chiare rispetto sia alla tutela dei dati personali, sia alla migliore tecnologia per garantirla". (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - L'IMPRESA ITALIANA CHE HA IDEATO IMMUNI - LE GRAFICHE DEL CONTAGIO IN ITALIA).

"Sistema funziona se adottato da almeno 60% degli italiani"

Un orientamento, questo, "peraltro condiviso dalla Commissione europea e mi pare recepito da Immuni, che punta a privilegiare il sistema bluetooth con la pseudonimizzazione dei dati identificativi" (LE REGOLE DELL'EUROPA PER L'APP). Dal Garante arriva poi un'esortazione: "Il sistema funziona solo se verrà adottato da almeno il 60% degli italiani". Secondo Soro quindi, in questo momento, "bisogna far capire agli italiani che il diritto alla salute è un interesse collettivo". E incalza: "Solo se lo perseguiamo tutti, in modo solidale, riusciremo a centrare l’obiettivo. Da qui anonimato e volontarietà come principi cardine".

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