A stabilire la stretta un decreto firmato da 4 ministri - Trasporti, Esteri, Interni e Salute - secondo cui gli scali italiani "non assicurano i necessari requisiti per la classificazione di luogo sicuro". Le misure sono valide per l'intera durata dell'emergenza Covid
Stop allo sbarco di migranti sulle navi di soccorso, i porti italiani al momento non sono più sicuri a causa dell'emergenza coronavirus. È quanto prevede la stretta contenuta in un decreto firmato dai ministri di Trasporti, Esteri, Interni e Salute. I porti italiani - spiega il decreto - "non assicurano i necessari requisiti per la classificazione e definizione di 'Place of safety' ('luogo sicuro') in virtù di quanto previsto dalla convenzione di Amburgo sul salvataggio marittimo" per i soccorsi effettuati da navi con bandiera straniera al di fuori dell'area Sar italiana. Il decreto è valido per "l'intero periodo dell'emergenza" (GLI AGGIORNAMENTI SUL CORONAVIRUS - LO SPECIALE).
Ripresi sbarchi autonomi, emergenza a Lampedusa
Sul fronte migranti è emergenza a Lampedusa dove sono ripresi gli sbarchi autonomi e l'isola si trova in difficoltà per l'accoglienza. Circa 120 sono arrivati la scorsa notte in due diversi sbarchi, a cui si aggiungono altri 46 che erano sbarcati lunedì e che sono stati trasferiti in quarantena nell'hotspot. Questa mattina una sessantina di lampedusani hanno protestato davanti al comune contro il sindaco Salvatore Martello per i nuovi arrivi di migranti. La compagnia marittima che gestisce il servizio di collegamento con Porto Empedocle (Ag) ha imbarcato - perché deve rispettare le norme previste per il contenimento del Coronavirus - solo 50 migranti che giungeranno in serata a Porto Empedocle. Per gli altri, non c'è al momento una soluzione d'accoglienza.
Mit: i porti non hanno i requisiti di sicurezza
E nel quadro c’è anche la nave Alan Kurdi della Ong Sea Eye che, con 145 migranti a bordo, si trova nel mar Mediterraneo in attesa di un porto sicuro. Già rifiutata dal sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, a causa del “momento di emergenza sanitaria”, anche dal ministero dei Trasporti arriva la conferma dell’impossibilità di garantire porti sicuri in Italia a navi battenti bandiera straniera. Attualmente - si legge in una nota del Mit che ribadisce quanto contenuto nel decreto interministeriale -, a causa dell'emergenza Covid19, i porti non presentano più i necessari requisiti sanitari richiesti dalla convenzione di Amburgo. Il decreto, precisa il Mit, è "ispirato ai principi di tutela della salute dei passeggeri e di eguaglianza di trattamento dei cittadini italiani ai quali le attuali ordinanze hanno impedito anche lo spostamento da un comune all'altro e dettato norme stringenti per il rientro dai Paesi esteri".
Mit: chiesto intervento alla Germania, pronti collaborare
Intanto, spiega ancora la nota del Mit, è stato chiesto al governo tedesco, in qualità di Stato di bandiera, è stato chiesto di assumere la responsabilità di ogni attività in mare, compreso il porto di sbarco, della Alan Kurdi che in questo momento, oltretutto, non è ancora entrata in acque territoriali italiane. "Nella certezza che la Germania manterrà gli impegni assunti - si legge ancora - l'esecutivo italiano è pronto a collaborare e il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con il ministero della Salute, ad intervenire se necessario anche con l'utilizzo di mezzi propri, secondo i principi di solidarietà e fraternità con cui da sempre il Paese ha affrontato queste emergenze".