Coronavirus, sale a 69 il numero dei medici morti. Si valuta norma su responsabilità

Cronaca

La Federazione nazionale degli ordini dei medici ha registrato altri due decessi. Oltre 10mila operatori sanitari contagiati. Pressing di Speranza su emendamento al "Cura Italia" per difendere camici bianchi e infermieri dal rischio di cause

È salito a 69 il numero dei medici morti in Italia a causa della pandemia di Coronavirus. Gli operatori sanitari contagiati - fa sapere il sindacato dei medici ospedalieri Anaao-Assomed - sono più di 10mila, dei quali il 20% medici (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - I CONTAGI NEL MONDO -  LE TAPPE DELLA PANDEMIA - LE FOTO SIMBOLO DELL'EMERGENZA - LA SITUAZIONE IN ITALIA: GRAFICHE). Intanto, si apprende, nel decreto "Cura Italia" dovrebbe essere introdotta una norma per difendere medici e infermieri dal rischio di cause legali.

Le vittime

La notizia della morte di altri due camici bianchi è arrivata dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo): si tratta di Gianpaolo Sbardolini, medico di famiglia, e Marcello Cifola, otorinolaringoiatra.

La responsabilità dei medici nel "Cura Italia"

A quanto si apprende da fonti di maggioranza, il ministro della Salute Roberto Speranza, che ha proposto di intervenire sul tema della responsabilità dei medici, starebbe spingendo per introdurre la norma subito, come emendamento al decreto "Cura Italia" in Senato. Sul tema ci sono proposte bipartisan dei gruppi parlamentari e si starebbe lavorando in queste ore per farne una sintesi. Speranza, su Facebook, ha anche annunciato che "partono oggi altri 76 medici diretti verso le zone più colpite dal nuovo coronavirus. Andranno a supportare chi è sul campo dall'inizio della pandemia. Un impegno che dimostra come l'Italia sia unita e solidale in questo momento così difficile". "Restare a casa - ha aggiunto - è il modo migliore di aiutare anche loro".

I test sierologici per il personale sanitario

Intanto, per quanto riguarda il personale sanitario, da oggi l'Emilia-Romagna è partita con lo screening per la sindrome Covid-19 su tutto il personale della sanità pubblica, privata convenzionata e dei servizi socioassistenziali della regione. Si inizia con una prima batteria di 50mila test sierologici, per poi proseguire con ulteriori 100mila test (già ordinati), con l'obiettivo di arrivare a 200mila complessivi. Anche in Sardegna è partito lo screening sul personale sanitario degli ospedali: ieri sono arrivati i primi diecimila kit di test rapidi di verifica ematologica sugli anticorpi del coronavirus. Al contrario, in Lombardia già da giorni si è deciso che questo tipo di analisi, per la ricerca di anticorpi generati dall'organismo in risposta al Coronavirus, verranno fatte sicuramente finita l'epidemia, ma non ora che gli stessi kit a disposizione per fare questi esami, come ha ribadito anche ieri l'assessore al Welfare Giulio Gallera, non danno risposte certe. E anche in Campania non è in programma una campagna sui test sierologici: la Regione non ha ricevuto questi test e sta proseguendo la diagnostica sul doppio binario dei test rapidi e dei tamponi. I test rapidi sono partiti ieri per controllare il personale sanitario, mentre i tamponi vengono applicati ai sospetti casi di covid19 come da linee dell'Oms e del Ministero della Salute.

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