Sono tornate a carta e penna le infermiere dell'ospedale di Pavullo, nell'Appennino modenese, che si sono ingegnate così per comunicare con i pazienti che sentono poco, ricoverati per coronavirus nei due reparti allestiti ad hoc
L'idea di un'infermiera
"Per gli anziani” racconta l’infermiera “l'isolamento è la cosa più brutta ed è straziante anche per noi. Alla fine potrebbe essere nostro padre o nonno. Qui dentro diventiamo i loro parenti. E se penso che ora noi viviamo i disagi della mascherina, degli occhiali che si appannano, della tuta che sfili solo a fine turno per cui bevi meno ed eviti di andare in bagno spesso... ma loro sono soli e magari non si rendono conto di che succede. A ognuno di loro, quando arriva dico: 'Qui ci siamo noi'".
Fogli scritti e videochiamate
Per loro, le infermiere si sono 'inventate' anche le videochiamate con i parenti a casa, usando tablet donati all'ospedale. "Abbiamo fatto di necessità virtù - spiega il direttore Gabriele Romani - Queste persone stanno da sole tutto il giorno, a volte non capiscono bene cosa stia succedendo. Con i tablet abbiamo sostituito le visite quotidiane dei familiari, che così possono vederli e si tranquillizzano a vicenda". L’ospedale di Pavullo, che fa capo all'Asl di Modena e conta 250 infermieri e un'ottantina di medici, non ha la terapia intensiva. Nelle ultime settimane si è attrezzato ricavando 32 posti letto sui 120 totali, per pazienti Covid non gravissimi.