Il capo della Protezione civile, in un'intervista a Repubblica, afferma che i numeri del contagio "sono altri". E sulle cifre in calo da due giorni spiega: "Nelle prossime ore capiremo se davvero la curva della crescita si sta appiattendo"
"I numeri" del contagio da coronavirus "sono altri" e "l'epidemia va più veloce della nostra burocrazia" (LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI). A dirlo è il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, in un’intervista sul quotidiano La Repubblica. Il Commissario per l’emergenza coronavirus spiega che a fronte dei 63mila ammalati complessivamente censiti in Italia, il rapporto di un malato certificato ogni dieci non censiti "è credibile" (LA SITUAZIONE IN ITALIA - PERCHÈ I NUMERI REALI POTREBBERO ESSERE PIU' ELEVATI).
“Le misure di due settimane fa iniziano a sentirsi”
Di fronte ai dati sui contagi in rallentamento per due giorni consecutivi, Borrelli resta cauto: "Le misure di due settimane fa iniziano a sentirsi - sottolinea - Nelle prossime ore dovremmo vedere altri effetti, capiremo se davvero la curva della crescita si sta appiattendo”.
“Protezione civile ha bisogno di rapidità, non siamo burocrati”
In un momento speciale come questo, la Protezione civile – riflette poi Borrelli – “ha bisogno di rapidità, non siamo dei burocrati”. Il commissario insiste sull' urgenza di trovare apparecchiature per la terapia intensiva e mascherine: deve partire la produzione nazionale prima possibile, afferma. Borrelli inoltre spiega che il coronavirus ha raggiunto anche la comunità della Protezione civile: "Dodici dei miei sono stati contagiati, io sono negativo".