C’è stata una crescita di 100 unità rispetto a ieri sera. 10.124 persone sono in isolamento domiciliare. 115 le vittime. Il governatore: “I giovani bloccati all’estero restino dove sono”. Poi aggiunge: “Se governo non agisce, ordinanze regionali contro le corsette”
Sono saliti a 3.484 i casi di tamponi positivi al coronavirus in Veneto (GLI AGGIORNAMENTI SUL CORONAVIRUS), con una crescita di 100 rispetto a ieri sera. La Regione conta complessivamente 10.124 persone in isolamento domiciliare. Due i decessi in più registrati nelle ultime ore, portando il numero totale dei morti a 115; 771 i ricoverati complessivi, 209 i pazienti in terapia intensiva, 200 i dimessi. "I numeri del Coronavirus in Veneto di oggi non ci fanno certo sorridere: 771 ricoverati nella regione significa un ospedale provinciale dedicato solo al Covid-19. 209 malati in terapia intensiva sono un numero che si ha normalmente 'in tempo di pace', quando abbiamo solo pazienti ordinari”, ha dichiarato il presidente del Veneto Luca Zaia parlando "di un vero e proprio bollettino di guerra" e ricordando anche il dato dei decessi. "Capite che non sono i morti di una semplice influenza - puntualizza - sono i morti causati dal virus” (SPECIALE - MAPPE E GRAFICI DEL CONTAGIO - LA DIFFUSIONE GLOBALE IN UNA MAPPA ANIMATA - LE FOTO SIMBOLO DELL'EMERGENZA).
"Perché tampone? Perché trova anche chi è asintomatico"
"Molti cittadini ci scrivono: perché fate i tamponi visto e considerato che c'è il kit istantaneo? Non è così semplice come si pensa: il tampone riesce ad individuare il soggetto asintomatico che è positivo, il kit ci identifica il positivo che ha già sviluppato gli anticorpi”, ha poi precisato Zaia. "Quindi sono due scenari di pazienti diversi - chiarisce - .Vuol dire che molti asintomatici che non hanno gli anticorpi e che sono positivi con il kit non si trovano”.
"I giovani bloccati all’estero restino dove sono"
Il governatore del Veneto ha poi lanciato un appello a i tanti ragazzi che stanno chiedendo di rientrare dall’estero. "So che molti ragazzi veneti chiedono di rientrare. Mi hanno scritto dal Canada, dagli Usa, dalle Canarie, dall'Asia. Si ritrovano con voli bloccati e frontiere chiuse. In questo momento mi piacerebbe riuscire a farli rientrare tutti, ma a tutti dico: se non avete estrema necessità di avventurarvi in percorsi strani mettetevi, se riuscite, in isolamento totale, restate chiusi, fate scorta di alimentari e restate lì”, ha esortato Zaia. "Perché avventurandosi in un viaggio in Europa con macchina o mezzi di fortuna - continua - si rischia di arrivare già contagiati. Perché questa è la verità”.
"Se governo non agisce, ordinanze regionali contro corsette"
Zaia ha invitato il governo a prendere provvedimenti più stringenti per far rispettare l’isolamento: ”Non è una minaccia, ma se il governo non adotta misure più restrittive mi vedo costretto a emettere ordinanze regionali rispetto ai passeggi e alle corsette". Il governatore, così come il presidente della Lombardia Fontana, spinge per un inasprimento delle misure di prevenzione. "Abbiamo delle foto di via Garibaldi a Venezia di stamane - sottolinea - e raccontano di passeggiate di comunità, che non sono assolutamente in linea con il tema dello stare a casa, di stare attenti al contagio e di avere prudenza". Quindi, ripete Zaia, servono "ordinanze rispetto ai passeggi, alle corsette. Mi spiace - conclude - ma l'alternativa sono le terapie intensive e i ricoveri dei contagiati”.
In campo anche gli psicologi
Tra le varie iniziative per fronteggiare le diverse conseguenze dell’emergenza, in Veneto scendono in campo anche gli psicologi. Il numero verde 800 33 43 43 del Servizio “inOltre” della Regione, operativo dal 2012 come servizio di promozione della salute e gestione delle emergenze, sarà attivo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 per dare un contributo supportando i cittadini nella gestione delle differenti tipologie di ricaduta che l’emergenza sanitaria può avere (e sta avendo) sulle vite degli stessi e dei loro cari.