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Udine, svastica disegnata sulla casa di una sopravvissuta alla Shoah

Cronaca

L’episodio è accaduto a San Daniele del Friuli, sull’ingresso dell’abitazione in cui visse Arianna Szorenyi. Nella notte il simbolo nazista è stato coperto da un cuore. Nella stessa cittadina, a gennaio, lettere antisemite erano state spedite a consiglieri di minoranza

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Una svastica è comparsa a San Daniele del Friuli, in provincia di Udine, sul muro all’ingresso della casa in cui visse Arianna Szorenyi, reduce dell’Olocausto e testimone della Shoah. Come riporta il Messaggero Veneto, che ha dato per primo la notizia, il simbolo nazista è stato disegnato con un pennarello nero nel pomeriggio del 7 febbraio ed è poi stato coperto nella notte successiva con un cuore. Sul caso indaga la Digos, che sta raccogliendo elementi e testimonianze utili a risalire al responsabile, o ai responsabili, del gesto. Ancora da verificare l’eventuale presenza di telecamere sul posto. Szorenyi fu deportata il 16 giugno 1944 al campo di concentramento di Auschwitz insieme ai suoi familiari. La sua storia è stata ricordata nel film del 2019 “Anna Frank. Vite parallele”. In serata è prevista una manifestazione davanti alla casa di Szorenyi.

I precedenti

Nella stessa cittadina si sono già avuti episodi di intolleranza: il 30 gennaio scorso alcune lettere antisemite erano state recapitate a consiglieri di minoranza con la scritta: “Dopo 75 anni l’ebreo è sempre ebreo”. Ma gli episodi di antisemitismo sono stati numerosi negli ultimi mesi in Italia. Alla fine di gennaio a Mondovì, in provincia di Cuneo, sulla porta di casa di Aldo Rolfi, figlio di Lidia, partigiana deportata a Ravensbruck nel 1944, era apparsa la scritta antisemita “Juden hier”, ovvero “Qui ci sono ebrei”. Pochi giorni dopo a Torino, nel quartiere Vanchiglia, due piccole etichette con la scritta “Sieg Heil”, il simbolo delle SS e una svastica sono state trovate sul campanello dell’appartamento di una donna iscritta all’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia, e figlia di un partigiano. Ancora a Torino, nella Giornata della memoria, è comparsa la scritta “Crepa sporca ebrea” su un palazzo di corso Casale in cui vive Maria Bigliani, di origini ebraiche e figlia di una staffetta partigiana.