Popolare di Bari, arresti domiciliari per Marco e Gianluca Jacobini: "Occultati 5,6 mln"

Cronaca

L’ex presidente del Cda e il figlio sono accusati di falso in bilancio e ostacolo alla vigilanza. Un testimone: avevano potere assoluto. Per l'ex ad De Bustis Figarola disposta l’interdizione ad esercitare per 12 mesi. Nove gli indagati, perquisizioni in case e uffici

Sono finiti agli arresti domiciliari Marco e Gianluca Jacobini, padre e figlio, il primo ex presidente del Cda e amministratore di fatto della Banca Popolare di Bari, il secondo vice direttore generale e direttore generale di fatto dell'istituto di credito. L’ordinanza di custodia cautelare è stata notificata dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Bari sulla presunta malagestione della banca, commissariata il 13 dicembre scorso (LA VICENDA). Agli indagati sono contestati a vario titolo i reati di falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza. Per l'ex amministratore delegato, Vincenzo De Bustis Figarola, è stata disposta l’interdizione ad esercitare per 12 mesi l'attività di dirigente di istituti bancari e di uffici direttivi di imprese. In totale sono 9 gli indagati e sono in corso perquisizioni nelle abitazioni, negli uffici e nella direzione della Banca Popolare di Bari.

“Occultati profitti illeciti per 5,6 milioni”

Marco e Gianluca Jacobini, poche ore prima del commissariamento, avrebbero messo "in atto condotte di occultamento dei profitti illeciti" trasferendo dai loro conti correnti, cointestati alle rispettive mogli, somme per complessivi 5,6 milioni. È uno dei particolari che motivano le esigenze cautelari per i due ex amministratori. I commissari straordinari hanno evidenziato cinque segnalazioni di operazioni sospette del 12 e 13 dicembre, relative al trasferimento verso Banca Sella "di ingenti fondi detenuti presso la BpB" con decine di assegni circolari e bonifici intestati a familiari o a società a loro riconducibili, un'agenzia Allianz e la Società Agricola Masseria Donna Giulia srl. "Trattasi di operazioni poste in essere nella imminenza della formalizzazione del commissariamento (e tutt'ora in corso) - si legge negli atti - che dimostrano l'intenzione di sottrarre i profitti illeciti ad eventuali operazioni di sequestro da parte dell'autorità giudiziaria". Inoltre, Marco Jacobini nel 2018 avrebbe percepito redditi per oltre 3 milioni di euro da Banca Popolare di Bari. Negli atti si parla di importo "smisurato soprattutto con riferimento alle funzioni svolte all'interno della Banca e se rapportato alla situazione di grave dissesto patrimoniale della banca". Si ricorda anche che quel compenso è oggetto di una delle contestazioni di ostacolo alla vigilanza di Banca d'Italia, tuttavia non riconosciuta dal gip in quando "condotta meramente omissiva, non accompagnata da alcun mezzo di natura fraudolenta".

Il rischio di inquinamento probatorio

Negli atti si evidenzia anche che "i dirigenti, benché dimessisi o rimossi da precedenti incarichi di vertice presso la Banca Popolare di Bari a causa delle evidenti responsabilità emerse a loro carico, risultano tutti ricoprire, a vario titolo, numerose cariche o rappresentanze in diversi soggetti giuridici operanti nel settore bancario, assicurativo e dei servizi a sostegno delle imprese". In particolare, emerge il ruolo di procuratore della Allianz Spa ricoperto da Marco Jacobini, rappresentante legale anche di altre due banche fuse per incorporazione vent'anni fa nella BpB, e quelli di Gianluca Jacobini ed Elia Circelli nella Cassa di risparmio di Orvieto spa, banca appartenente al gruppo BpB. "Tale situazione - si legge nell'ordinanza - pone gli indagati non solo in condizione di poter potenzialmente reiterare i reati contestati, ma anche di poter eventualmente porre in essere condotte tese ad un inquinamento probatorio".

Il testimone: "Vi era un potere assoluto del duo Marco e Gianluca Jacobini"

A parlare di Marco e Gianluca Jacobini anche il testimone Benedetto Maggi (vice responsabile della Direzione Crediti), sentito il 17 dicembre 2019 e le cui dichiarazioni sono riportate nell'ordinanza di arresti domiciliari. "Appare evidente - si legge negli atti - che la struttura della banca è ancora sottoposta al controllo di fatto della famiglia Jacobini. Appare pertanto necessario e urgente impedire che tale potere illecito impedisca il risanamento della Banca con i devastanti effetti sull'economia meridionale”. In particolare, Maggi ha spiegato che "i rapporti con il più grande cliente della banca (il gruppo Fusillo, per il cui fallimento alcuni ex dirigenti della BpB sono indagati per bancarotta), "con un impressionante esposizione debitoria di centinaia di milioni", "veniva gestito da Gianluca Jacobini privo dei poteri che lo legittimavano al contatto con il cliente". E ha rivelato che "Marco Jacobini, pur non avendone alcun titolo, partecipava al comitato crediti", le cui verbalizzazioni "erano falsificate per non far emergere la presenza della famiglia Jacobini non legittimata a essere presente". Poi ha ribadito che "vi era un potere assoluto del duo Marco e Gianluca Jacobini" e che "l'intera rete dei capi distretto è stata decisa come esercizio di potere di fatto" da Gianluca Jacobini, il quale avrebbe anche "provato a contattare Maggi dopo le sue dichiarazioni alla Banca d'Italia".

Domiciliari anche per Elia Circelli

La misura degli arresti domiciliari è stata disposta anche per Elia Circelli, accusato di un episodio di falso in bilancio e falso in prospetto, tuttora responsabile della Funzione Bilancio e Amministrazione della Direzione Operations della Popolare di Bari. Motivo per cui, ritiene il gip Francesco Pellecchia, che ha firmato il provvedimento cautelare, "è presumibile che cercherà di nascondere i dati contabili al fine di evitare che emerga la falsità dei precedenti bilanci".

Interdizione per De Bustis Figarola

L’ex amministratore delegato De Bustis Figarola, Dg della banca dal 2011 al 2015 e dal dicembre 2018 fino al commissariamento, risponde di un episodio di falso in bilancio e di falso in prospetto. Attualmente rappresentante legale della Bkdigit Financial Solution srl, "è soggetto - si legge negli atti giudiziari - che professionalmente svolge l'attività di dirigente di istituti bancari (già Banca 121 e MPS)", "risulta avere contatti con gestori di fondi internazionali di dubbia provenienza" e "pertanto ha la sicura occasione di commettere reati della stessa specie".

Gli indagati

Nell'inchiesta - oltre a Marco e Gianluca Jacobini, Elia Circelli e Vincenzo De Bustis Figarola - sono indagati anche Luigi Jacobini, altro figlio di Marco Jacobini, vice direttore generale dell'istituto di credito; Giorgio Papa, amministratore delegato dal 2015 al 2018, prima di De Bustis Figarola; Roberto Pirola e Alberto Longo, presidenti del collegio sindacale della banca: il primo dal 2011 al 2018 e il secondo dal 2018 al commissariamento; e Giuseppe Marella, responsabile dell'Internal Audit della BpB dal 2013.

Le perquisizioni

Nell’ambito dell’inchiesta sono in corso anche 17 perquisizioni presso le abitazioni e gli uffici di Bari, Roma, Milano e Bergamo dei quattro destinatari della misura cautelare e di altri sei responsabili dell'Istituto di credito, di cui quattro indagati nello stesso procedimento. La Gdf sta perquisendo anche la direzione della Banca Popolare di Bari dove risultano alcune cassette di sicurezza nella disponibilità dell'ex presidente Marco Jacobini.

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