La Corte d'Appello di Milano ha determinato che “il fatto non sussiste” e ha revocato la confisca da 197 milioni di dollari a carico di Saipem. L’attuale presidente del Milan era già stato assolto nel settembre 2018 dall’accusa di corruzione internazionale
La seconda Corte d'Appello di Milano ha assolto, perché il fatto non sussiste, l'ex ad di Eni Paolo Scaroni e la compagnia petrolifera italiana dall’accusa di corruzione internazionale, nell’ambito del processo sul caso Saipem-Algeria, riguardante una presunta maxitangente algerina da 197 milioni di dollari. Assolti in secondo grado anche tutti gli altri imputati, inclusi i manager di Saipem e la stessa partecipata. Inoltre, è stata revocata la confisca da 197 milioni di dollari a carico di Saipem.
Respinto l’appello proposto dalla Procura per Eni
I giudici della Corte d'appello hanno ribaltato in parte la sentenza con cui il tribunale nel settembre del 2018 aveva condannato Saipem e i suoi manager, l'ex presidente e ad Pietro Tali, l'ex direttore operativo in Algeria Pietro Varone e l'ex direttore finanziario Alessandro Bernini, e anche i tre imputati algerini tra cui Farid Bedjaoui, ritenuto uno degli intermediari della presunta tangente. La corte ha poi dichiarato inammissibile l'appello proposto dalla Procura nei confronti di Eni, mentre ha confermato la sentenza assolutoria di primo grado nei confronti di Scaroni e dell'allora manager del gruppo di San Donato Antonio Vella.
La soddisfazione dei legali
I legali di Eni hanno espresso “grande soddisfazione”: "È un teorema inconsistente che hanno portato avanti - hanno spiegato il professor Alberto Alessandri e l'avvocato Francesca Carangelo - e che ora è stato smontato". "È la parola fine a questa vicenda complicata", ha detto anche l'avvocato Enrico de Castiglione, legale di Scaroni. "È la riconferma della sua assoluzione", ha aggiunto il legale. "Non ce l'aspettavamo, ma ci speravamo molto, da 7 anni proclamavamo l'estraneità di Saipem e dei suoi dirigenti dalle accuse, è una sentenza storica", è stato il commento dell'avvocato Enrico Giarda, legale di Saipem.