Tra i reati contestati finanziamento illecito ai partiti, riciclaggio e traffico di influenze. Indagato anche Marco Carrai. L'ex presidente Bianchi: “Tutto alla luce del sole”
La Fondazione Open, nata nel 2012 per sostenere le iniziative politiche dell'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, avrebbe agito come "articolazione di partito" politico. È questa l'ipotesi della procura di Firenze, che ha dato mandato alla Guardia di Finanza di eseguire una serie di perquisizioni nel capoluogo fiorentino e in altre città italiane nell’ambito dell’inchiesta sull'ente. Oltre 30 le perquisizioni ordinate dai pm che, accanto ai reati di riciclaggio e traffico di influenze illecite, ora ipotizzano quello di finanziamento illecito ai partiti. Quest'ultimo contestato ad almeno un indagato, l'avvocato Alberto Bianchi di Firenze, ex presidente della Open. Martedì anche il suo studio è stato perquisito dai finanzieri per la seconda volta, dopo che le stesse Fiamme gialle vi erano entrate a settembre, quando si seppe che Bianchi era indagato nell'inchiesta fiorentina.
Tra gli indagati e perquisiti c'è anche Marco Carrai, l'imprenditore fiorentino amico personale di Matteo Renzi e già membro del Cda della stessa Open. "Ho fiducia che la magistratura chiarirà presto la mia posizione", ha detto l'imprenditore. "So di non aver commesso reati e di aver sempre svolto i miei compiti rispettando la legge".
Le ipotesi degli inquirenti
La Open, secondo ipotesi investigative, avrebbe funzionato come estensione di un partito politico. In particolare l’attenzione degli inquirenti si starebbe concentrando sulle primarie del centrosinistra del 2012, sul Comitato per “Matteo Renzi segretario” e su ricevute di versamento da parlamentari. Gli investigatori avrebbero individuato legami, ipotizzati come anomali, tra le prestazioni professionali rese dall’avvocato Bianchi e da collaboratori del suo studio e i finanziamenti percepiti dalla Open.
Le perquisizioni
Si punta ora a chiarire i rapporti tra la fondazione e i suoi finanziatori. Tra le città in cui sono state effettuate le operazioni di martedì ci sono Firenze, Milano, Modena, Torino, Bari, Alessandria, Pistoia, Roma, Napoli e Palermo. Oltre una ventina le perquisizioni che riguardano, secondo quanto si apprende, anche case e uffici di finanziatori della medesima fondazione. La Guardia di Finanza starebbe cercando le carte di credito e i bancomat che sarebbero stati messi a disposizione di parlamentari. I finanzieri, inoltre, sarebbero incaricati dalla procura di trovare documenti - tipo ricevute - relativi a presunti rimborsi spese versati dalla Open ad alcuni parlamentari.
La posizione di Bianchi
Il difensore dell'ex presidente di Open Alberto Bianchi, Nino D’Avirro, precisa che la perquisizione eseguita oggi anche nello studio del suo assistito è “un’integrazione della precedente perquisizione effettuata nel settembre scorso”. “La perquisizione - sottolinea D’Avirro - viene eseguita in relazione alle sole ipotesi di reato di finanziamento illecito e traffico di influenze illecite, e non di altri reati come in maniera malevolmente suggestiva è stato comunicato da alcuni quotidiani”. Lo stesso Bianchi è intervenuto sul caso con una nota: “Rinnovo la mia piena collaborazione con la magistratura - spiega - affinché sia fatta chiarezza prima possibile sull'indagine che mi riguarda. Sin da subito mi sono messo a disposizione fornendo qualsiasi atto mi fosse richiesto. Del resto tutte le entrate e le uscite della Fondazione Open sono tracciabili, perché avvenute con bonifico o carte di credito. È stato fatto tutto alla luce del sole. Messo nero su bianco”. Per Bianchi si tratta di una "polemica strumentale che potrebbe toccare qualsiasi politico e qualsiasi amministratore".
La Fondazione Open e l'inizio dell'inchiesta
La Fondazione era nata per fornire contributi finanziari, organizzativi e di idee alle iniziative politiche di Renzi. Tra le altre cose, Open ha sostenuto la Leopolda. L'inchiesta sull'ente, da cui sarebbero scaturite le perquisizioni di martedì, è emersa a settembre, quando a Firenze venne perquisito lo studio dell’avvocato Alberto Bianchi, ex presidente della Open, indagato per traffico di influenze illecite. Tra i documenti che gli furono sequestrati ci sarebbero i bilanci della Open e la lista dei finanziatori della fondazione.