Le mareggiate stanno distruggendo i lupini sulle coste dell’Alto Adriatico: i banchi rimangono spiaggiati e muoiono, e le piene dei fiumi rischiano di stravolgere l’ecosistema. Preoccupazione anche per la decisione dell’Ue sulla taglia minima
Sulle coste dell’Alto Adriatico è allarme vongole: il maltempo (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI), con le violente mareggiate registrate nelle ultime settimane, ha provocato una vera e propria strage di esemplari, che restano spiaggiati e, senz’acqua, non sopravvivono. Il fenomeno mette a rischio il lavoro di migliaia di addetti del settore, così come i cenoni della vigilia di Natale, dove uno dei piatti tradizionali sono propri gli spaghetti con le vongole. I danni economici si sommano alla preoccupazione per la imminente decisione del Parlamento europeo sulla proroga della taglia minima delle vongole richiesta dall’Italia.
Già 60 milioni di euro di danni
In pericolo è soprattutto il lupino, cioè la vongola Venus Gallina autoctona del Mediterraneo, che viene pescata in mare a differenza della “filippina” che invece viene allevata. A lanciare l’allarme sui lupini è Fedagripesca-Confcooperative, secondo cui per il momento è impossibile quantificare i danni del maltempo, ma di certo c’è che andranno sommati ai 60 milioni di euro già stimati nei giorni scorsi tra le mancate uscite in mare dei pescatori e la distruzione di strutture come pontili e cavane venete della Sacca degli Scardovari.
Il pericolo delle piene “dolci”
“Le onde hanno spazzato via i banchi di vongole spingendoli sulla spiaggia, dove senza acqua muoiono”, ha spiegato il presidente del Consorzio gestione vongole di Chioggia, Michele Boscolo Marchi. “In pochi giorni - prosegue l’esperto - si rischia di mandare in fumo il lavoro di mesi, mettendo a repentaglio la produzione di picco per le prossime festività”. Nella zona tra Veneto, Friuli ed Emilia-Romagna si concentra infatti la metà della produzione italiana di lupini, pari a poco meno di 20mila tonnellate su un totale di 60mila tonnellate, compresa la filippina. “A preoccupare ora è anche l’effetto della piena dei fiumi - ha aggiunto il presidente di Fedagripesca, Paolo Tiozzo - che riverserà in mare tantissima acqua dolce. Visto che queste vongole si trovano molto vicine alla spiaggia, e i banchi spazzati via erano a circa 600 metri dalla costa, il rischio ora è che cambi il livello di salinità, stravolgendo l’ecosistema”.
Il verdetto di Bruxelles
Oltre al meteo sfavorevole, c’è un’altra incognita che preoccupa i produttori di lupini. Si tratta della decisione di Bruxelles sulla proroga della taglia minima delle vongole, oggetto di un braccio di ferro tra Italia e Spagna. Al centro della questione ci sono pochi millimetri di differenza tra i 25 imposti dalla normativa comunitaria e i 22 concessi all'Italia nel 2017. La deroga è stata ottenuta - dati scientifici alla mano - perché lungo l’Adriatico le dimensioni delle vongole sono tradizionalmente inferiori rispetto ad altre zone. La concessione, però, scade a fine anno: l’Italia chiede che venga prorogata per garantire il lavoro delle 700 imprese e dei 1.600 addetti impiegati nella pesca di lupini. Ma bisognerà attendere il 28 dicembre per sapere se la richiesta verrà accolta, dato che la Commissione pesca del Parlamento europeo ha chiesto un ulteriore bimestre di approfondimento sulla questione. Al momento, spiega Fedagripesca, i segnali che filtrano lasciano ben sperare.