Messina, esplode deposito fuochi d'artificio a Barcellona Pozzo di Gotto: cinque morti

Cronaca

Due le persone ferite con gravi ustioni, tra cui il figlio del proprietario. Ancora da accertare le cause dell’esplosione. La procura ha aperto un'inchiesta. Il sindaco: "È una tragedia" 

È stato trovato anche l'ultimo disperso: il bilancio definitivo dell'esplosione nella fabbrica di fuochi d'artificio a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) sale così a cinque morti e due feriti (FOTO). Tutto è successo in pochi istanti, intorno alle 17, durante l'orario di lavoro: prima è stato avvertito uno scoppio, seguito da un altro più violento, poi il casolare è stato avvolto dalle fiamme. Ancora da chiarire le cause dell'esplosione. La procura ha aperto un'inchiesta sul caso (Tutti gli aggiornamenti). 

Tra le vittime anche la moglie del proprietario

Tra le vittime c'è anche una donna di 71 anni, moglie del titolare della fabbrica, Vito Costa. Morto anche un operaio che in un primo momento era stato estratto vivo dalle macerie, ma che poi è morto in ospedale. La famiglia Costa, che vive in contrada Cavalieri, è molto conosciuta nella zona: produce fuochi d'artificio di prima, seconda e terza categoria e organizza anche spettacoli pirotecnici per privati o enti pubblici. "Siamo rammaricati, è una tragedia enorme per la nostra comunità, sono persone che conoscevo e grandi lavoratori", ha detto il sindaco di Barcellona Pozzo di Gotto, Roberto Materia. Mentre il presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, ha espresso il suo cordoglio alle famiglie delle vittime.

I feriti

Tra i due feriti gravi ci sarebbero il figlio di Costa e un altro uomo che lavora per la ditta. I due sono ricoverati all'ospedale di Milazzo e dovrebbero essere poi portati al centro grandi ustionati dell'ospedale Cannizzaro di Catania. Quando si è verificata l'esplosione, all'interno del capannone c'erano degli operai.

La ricostruzione

Secondo una prima ricostruzione, nella zona dell'incidente gli operai che si trovavano nella fabbrica dovevano montare alcune porte in ferro e lavoravano per conto di una ditta esterna, di Milazzo. "Dai primissimi accertamenti - ha spiegato il capitano dei carabinieri Giancarmine Carusone - gli operai lavoravano con delle saldatrici: le scintille avrebbero raggiunto la polvere pirotecnica causando le esplosioni". 

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