I legali del rapper avevano querelato Daniela Martani, concorrente del Grande Fratello 2009, che su Twitter aveva definito la coppia "idioti palloni gonfiati". Secondo la procura però i social, in quanto non autorevoli, non "sono idonei a ledere la reputazione altrui"
“Sui social network si può”: come riporta il Corriere della Sera, la Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione della querela presentata da Fedez (FOTOSTORIA) contro Daniela Martani, concorrente del Grande Fratello 2009 che su Twitter aveva definito il rapper e la moglie Chiara Ferragni “idioti palloni gonfiati”. La motivazione? Secondo i pm i social, in quanto non autorevoli, godono di “scarsa considerazione e credibilità” e perciò non “sono idonei a ledere la reputazione altrui”. Per i legali di Fedez e Ferragni si tratta di una "tesi assurda”.
L’attacco online
L’attacco online di Martani - in passato assistente di volo Alitalia - contro i Ferragnez era scoppiato a seguito delle polemiche per la festa di compleanno a sorpresa organizzata dalla fashion blogger al marito dentro a un supermercato. Un evento che aveva attirato molte critiche per lo spreco di prodotti alimentari. Tra queste, anche quelle di Martani, che su Twitter aveva scritto: “Io ve lo dico da anni che sono due idioti palloni gonfiati irrispettosi della vita delle persone e degli animali. Per far parlare di loro non sanno più cosa inventarsi”. Più volte inoltre la donna, sostenitrice animalista, aveva criticato Chiara Ferragni perché indossava pellicce naturali (TUTTI I LOOK DI CHIARA FERRAGNI). Fedez, al secolo Federico Leonardo Lucia, non ha gradito e, tramite gli avvocati Gabriele Minniti e Andrea Pietrolucci, ha querelato la ex hostess per diffamazione.
Le motivazioni della Procura
Come riporta il Corriere, l'elevato numero di persone che frequenta i social è stato portato a esempio da entrambe le parti. Se secondo la Procura, i milioni di utenti iscritti a Facebook, Twitter e Instagram rendono questi ultimi "frivoli"per gli avvocati difensori è esattamente il contrario: proprio perché un numero enorme di persone li frequenta, l'offesa è molto grave. Così c'è il rischio di trasformarli "in una vera e propria zona franca in cui tutto è concesso". La Procura di Roma ha però chiesto l'archiviazione al gip Caterina Sgrò, ritenendo che "sui social accade che un numero illimitato di persone, appartenenti a tutte le classi sociali e livelli culturali, avverta la necessità immediata di sfogare la propria rabbia e frustrazione, scrivendo fuori da qualsiasi controllo qualunque cosa, anche con termini scurrili e denigratori che in astratto possono integrare il reato di diffamazione, ma che in concreto sono privi di offensività".