L'accusa era di aver truffato i risparmiatori non informandoli sui rischi dei titoli subordinati emessi dall'istituto. Tra gli assolti, con formula piena, anche quattro dirigenti che erano accusati di aver spinto i dipendenti alla vendita delle obbligazioni
Nove imputati sono stati assolti e quattro sono stati condannati a 10 mesi nel processo del filone per truffa sul crac di Banca Etruria. È questa la sentenza del tribunale di Arezzo nel dispositivo letto dal giudice Angela Avila. Tra gli assolti cinque dipendenti della banca e quattro dirigenti, “perché il fatto non sussiste” o “per non aver commesso il fatto”. I quattro condannati sono anche loro dipendenti di Etruria. Dirigenti e funzionari dell'istituto di credito aretino erano accusati di aver truffato i risparmiatori non informandoli sui rischi dei titoli subordinati.
Le accuse erano di truffa nella vendita di titoli subordinati
In particolare l'accusa, sostenuta dal pm Iulia Maggiore, era di istigazione alla truffa. I quattro dirigenti assolti erano accusati di aver costituito la cabina di regia per spingere i dipendenti della banca a vendere titoli ai clienti senza informarli sui rischi, attraverso un sistema di premi e punizioni. Le obbligazioni furono poi azzerate e i risparmiatori finirono per perdere tutto.
Comitato vittime Salvabanche: "Che fine hanno fatto i rimborsi?"
Davanti al tribunale di Arezzo, mentre si svolgeva l’ultima udienza del processo, c’è stata una manifestazione indetta dal Comitato Vittime Salvabanche. "L'iter si è fermato e gli stanziamenti previsti per i rimborsi nel 2019 che fine hanno fatto?", si chiede la presidente dell’associazione Letizia Giorgianni, che ha aggiunto: "A questo punto, date le lungaggini del decreto per i rimborsi qualcosa si smuoverà forse nel 2020 ma nel frattempo si è perso molto tempo".