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Mario Cerciello Rega, il carabiniere è stato ucciso da 11 coltellate in 32 secondi

Cronaca

Il vicebrigadiere e il suo collega Andrea Varriale erano senza pistola, ci sono dubbi su se avessero o meno il distintivo. Sono stati portati in un luogo buio. Nei confronti di Natale Hjort, si legge nelle carte, "il quadro accusatorio è granitico"

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Dalle carte dell'inchiesta sull'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega (CHI ERA) stanno emergendo gli sviluppi investigativi che sembrano delineare, fin nei minimi dettagli, cosa è avvenuto tra Trastevere e Prati la notte del 26 luglio scorso. Nel documento di oltre 200 pagine depositato dalla Procura in vista dell'udienza davanti al tribunale del Riesame, fissato per il 16 settembre, si afferma che il quadro degli elementi raccolti "rafforza ulteriormente il già granitico quadro accusatorio nei confronti di Natale Hjort, che ha pianificato nei minimi dettagli tutte le fasi della condotta delittuosa posta in essere unitamente a Finnegan Lee Elder (autore delle 11 coltellate ndr) nel corso di quella nottata”.

L’aggressione è durata solo 32 secondi

Secondo le carte, l’aggressione è durata appena 32 secondi. Un tempo calcolato mettendo assieme "i sistemi di videosorveglianza" della banca Unicredit di via Gioacchino Belli e della gioielleria di via Federico Cesi. Negli atti si legge, infatti, che: "stabilito che i due militari (Cerciello e il suo collega, Andrea Varriale) sono stati ripresi alle 3 e 15 minuti e 44 secondi dalla telecamera esterna della banca - dopo essere passati alle 3 e 15 minuti e 12 secondi dinanzi a quella della Gioielleria - e in considerazione del fatto che i due indagati sono transitati, in fuga, sempre dinanzi alle telecamere della medesima gioielleria alle successive 3 e 16 minuti e 16 secondi (come già comunicato nelle precedenti informative), si può sostenere, interpolando i sistemi di videosorveglianza appena citati, che l'aggressione sia durata all'incirca 32 secondi". Una azione fulminea in cui Elder ha sferrato colpi violenti ai fianchi e all'addome del carabiniere. "Ci hanno preso a coltellate 'sti bastardi'", comunica alla Centrale Operativa Andrea Varriale, che quella notte era di pattuglia con Cerciello, pochi minuti dopo la drammatica collutazione. 

Varriale: "Eravamo senza pistola"

Un racconto ribadito anche ai magistrati il 9 agosto scorso. "Eravamo senza pistola - ha risposto Varriale al procuratore Michele Prestipino - quando fai quei tipi di servizio, in borghese, non sai dove nasconderla ma mostrammo il tesserino di riconoscimento e ci qualificammo”. Una ricostruzione che gli inquirenti giudicano credibile, con la quale il carabiniere prova sgombrare i dubbi sulla colluttazione. Un particolare, quello sulla mancata presenza dell'arma, più volte smentito da inquirenti e investigatori durante la prima fase delle indagini. "L'ho lasciata nell'armadietto", ha aggiunto Varriale spiegando che la decisione era legata al fatto che l'attività di controllo delle piazza di spaccio viene svolta in borghese, con un abbigliamento per dare nell'occhio, in particolare durante l'estate, simile a qualsiasi turista in giro per le stradine di Trastevere: maglietta e bermuda. "Per noi è impossibile in questo modo nascondere l'arma", ha puntualizzato Varriale.

Il distintivo che manca nel marsupio di Cerciello

Per quanto riguarda l'utilizzo del distintivo di riconoscimento Varriale ha assicurato che i due lo hanno mostrato subito ai due giovani americani affermando di "essere carabinieri". Anche su questo punto non sono mancate polemiche e le difese hanno parlato di un "vero e proprio giallo" in quanto nel marsupio di Cerciello sono stati trovate "chiavi, banconote, un cellulare e un mazzo di carte" ma non la placca di riconoscimento. Agli atti anche un video di circa trenta minuti che va a coprire il "buco" di 24 minuti intercorso dal momento in cui i due americani escono dall'albergo dove alloggiavano fino all'appuntamento che avevano preso con Sergio Brugiatelli, l'intermediario del pusher a cui volevano restituire lo zaino sottratto a Trastevere alcune ore prima. 

Cerciello è stato portato in un luogo buio

I due indagati si sono "scientemente nascosti dietro le autovetture parcheggiate per evitare di essere notati da chi stavano per incontrare. Natale Horjt, preoccupato che potessero scoprirli, ha invitato Elder ad abbassarsi, lasciando chiaramente intendere di essere lui a gestire la situazione". Dopo averli individuati "hanno condotto Cerciello e Varriale ad un punto individuato come idoneo in quanto buio e privo di sistemi di videosorveglianza", concludono i carabinieri nell'informativa.