Le ore di lavoro in una settimana sono più di 60 con circa 70 ore di reperibilità. Alla fine dell'ennesima operazione, un medico si sente male. Il sindacato aveva già segnalato tutto senza risposta: "Non possiamo mettere in pericolo la salute dei pazienti e la nostra"
Chi si farebbe assistere o operare da un medico che in una settimana ha lavorato molte più ore di quanto avrebbe dovuto, che è stato reperibile di notte e che ha dovuto essere in turno al mattino dopo? In realtà, che un medico sia chiamato a fare tante ore di guardia a causa della scarsità di personale, accade spesso soprattutto in Regioni, come la Campania, che sono commissariate e hanno il blocco del turn over. Chi viene trasferito o va in pensione, infatti, non viene sostituito.
Un medico si è sentito male dopo oltre 60 ore di lavoro in una settimana
Leonardo De Rosa, sindacalista del Nursind e dirigente medico del reparto di Ginecologia dell’ospedale San Rocco di Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, ha lavorato più di 60 ore in una sola settimana con sei giorni di reperibilità, che vuol dire essere in breve in ospedale per emergenze. Turni anche di 12 ore, reperibilità notturne, ore di straordinario. In reparto con altri due medici, mentre gli altri tre erano in ferie. E alla fine si è sentito male. Presentava una pressione arteriosa molto alta e l’Asl di Caserta ha anche certificato lo stato di stress e lo ha correlato ai ritmi di lavoro. Sono storie ordinarie, ma Leonardo De Rosa non ci sta. Il suo sindacato, il Nursind, aveva segnalato più volte l’inopportunità di questo carico di lavoro, contestando anche l’organizzazione nel periodo estivo, ma nulla è cambiato e nessuno ha risposto alle osservazioni.
Il racconto: “Non voglio pensare a cosa sarebbe potuto accadere”
De Rosa racconta così quanto gli è accaduto: “Ho fatto di guardia attiva più di 60 ore di lavoro in una settimana mentre il contratto nazionale ne prevede 38 e circa una settantina di ore di reperibilità. E’ successo che al termine dell’ennesimo turno lungo di guardia che faceva seguito a una notte di reperibilità e che sarebbe dovuto sfociare in un’ulteriore notte di reperibilità, al termine di un intervento ho avvertito un malore”. Il medico racconta che, al di là dei problemi di organico, a parere del sindacato si sarebbe dovuto organizzare un piano ferie che tenesse conto di questi problemi. Adesso si valuta una denuncia alla Procura della Repubblica. Ma cosa sarebbe potuto succedere se De Rosa avesse continuato a lavorare? “Non me lo voglio chiedere – risponde a Sky tg24 – Il malore sarebbe potuto diventare qualcosa di più serio ma per me è fondamentale una cosa: noi abbiamo l’obbligo di curare i pazienti, ma per fare questo dobbiamo stare bene. Si immagini un operatore sanitario che abbia lavorato molto di più del dovuto: quale lucidità può avere dopo un monte ore di lavoro eccessivo?”. Si ferma un attimo, poi ricorda: “Solo pochi giorni fa, in un altro ospedale della provincia, un collega ha avuto un infarto dopo tante ore in turno”.