Franco Braga, coordinatore dei consulenti tecnici della società, sottolinea che il viadotto "era in buona salute" e che probabilmente un insieme di cause "poco prevedibili" ha comportato la caduta. "Non sono stati gli stralli i primi a rompersi", aggiunge
"Credo che a oggi nessuno sappia perché è crollato il ponte Morandi. Non c’è una risposta univoca, incontrovertibile e definitiva. Abbiamo tanti elementi ma nessuno che ci permetta di dire oggi qual è il motivo del crollo". A dirlo in un’intervista a Sky Tg24, a un anno dal disastro di Genova (IL LIVE DELLA GIORNATA - LE FOTO - IL VIDEO INEDITO - LO SPECIALE), è il coordinatore dei consulenti tecnici della società Autostrade per l’Italia, Franco Braga: Autostrade è la società titolare della concessione per il tratto di autostrada crollato. "Mi chiederei - aggiunge il perito - se è successo qualcosa, o più cose tutte insieme estremamente poco prevedibili che hanno portato a questo fenomeno. Se per caso è arrivato un fulmine, soffiava un vento a ottanta chilometri all’ora, c’erano dei groppi di vento, volgarmente chiamati trombe d’aria, o è caduto un oggetto molto pesante, il coil è una bobina che pesa trenta tonnellate. Se mettessimo insieme tutte queste cose e ci chiedessimo se si poteva immaginare tutta questa contemporaneità, io direi di no", sottolinea Braga.
"Non sono stati gli stralli i primi a rompersi"
Per quanto riguarda la tenuta degli stralli, Braga ha pochi dubbi: "Morandi aveva progettato gli stralli con una resistenza tripla rispetto a quella effettivamente necessaria. Non sono stati gli stralli i primi a rompersi e il filmato a mio parare lo mostra. Che lo strallo si sia rotto è sotto gli occhi di tutti. Il punto è capire quando si è rotto. Secondo me tuttora è impossibile dire qual è il primo oggetto che è caduto, ci stiamo lavorando e penso che ci arriveremo", spiega il consulente.
"Il ponte era in buona salute"
Il perito si sofferma poi a parlare della manutenzione: "Il ponte è stato costruito in una maniera diversa da quella nella quale Morandi lo aveva progettato. Questa cosa, per esempio, potrebbe al suo interno nascondere le cause reali. Questo ponte è stato più volte oggetto di manutenzioni molto importanti, gestite in un periodo di circa sedici anni. Questo ponte ha avuto ‘medici illustri’ che lo hanno curato con particolare attenzione". Braga conclude dicendo che "da tutte le misure finora fatte il ponte, a mio avviso, era in buona salute. Per tutti i documenti che ho visto, e ne ho visti centinaia, nessuno di quelli che hanno messo le mani su quel ponte ha detto che era in una situazione grave o che richiedesse interventi urgenti per cui fosse preoccupante".